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Strage di Orlando, Obama: “Atto di terrorismo interno”

Mentre l’Fbi segue sia la pista del terrorismo sia dell’atto omofobo, il Procuratore federale ha speigato che ci sono altre persone indagate per la sparatoria. Obama intanto precisa che l’atto di terrorismo è maturato all’interno del paese.
A cura di Antonio Palma
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UPDATE ore 18.20 – "Homegrown extremism", estremismo cresciuto entro i confini nazionali: così Barack Obama ha definito la strage di Orlando, aggiungendo che si è trattato di "qualcosa di simile a quello che abbiamo visto a San Bernardino". Il presidente ha quindi sottolineato come l'assassino abbia agito dopo aver acquistato un tipo armi "non difficili da ottenere".

UPDATE: Polizia: "Killer aveva dichiarato fedelta a Isis, altri indagati". Il killer della strage di Orlando, Omar Mateen, aveva dichiarato la sua fedeltà allo stato islamico in una chiamata alla polizia . L'indiscrezione delle ore scorse è stata confermata dalla polzia Usa. In conferenza stampa il capo dell polizia, John Mina, infatti ha speigato che l'uom avvea contattao gli agenti cercando anche di negoziare con le autorità durante l'assalto. Intanto il Procuratore federale a cui sono state affidate le indagini  ha annnunciato che per la strage di Orlando sono indagate altre persone. "C'e' un'indagine penale su altre persone in connessione con la sparatoria nel club", ha detto il prouratore .

UPDATE I nomi delle vittime della strage  – Il Comune di Orlando ha diffuso la lista con i nomi delle prime 15 vittime della sparge del club Pulse già identificate. Tra di loro c'è anche Eddie Justice, il giovane dell'ultimo drammatico sms alla madre dal locale sotto assedio. Il ragazzo era rinchiuso nel bagno dove si era nascosto con altri in cerca di riparo ma, come aveva annunciato lo stesso Eddie nei messaggi, il killer lo aveva raggiunto fin lì. Questi i nomi diffusi finora dalle autorità:

Edward Sotomayor Jr., 34 anni

Stanley Almodovar III, 23 anni

Luis Omar Ocasio-Capo, 20 anni

Juan Ramon Guerrero, 22 anni

Eric Ivan Ortiz-Rivera, 36 anni

Peter O. Gonzalez-Cruz, 22 anni

Luis S. Vielma, 22 anni

Kimberly Morris, 37 anni

Eddie Jamoldroy Justice, 30 anni

Darryl Roman Burt II, 29 anni

Deonka Deidra Drayton, 32 anni

Alejandro Barrios Martinez, 21 anni

Anthony Luis Laureanodisla, 25 anni

Jean Carlos Mendez Perez, 35 anni

Franky Jimmy Dejesus Velazquez, 50 anni

La strage di Orlando e le polemiche in Usa

Mentre la polizia federale statunitense sta ancora cercando di decifrare i motivi reali dietro il terribile massacro avvenuto a Orlando, in Florida, l'assalto al club Pulse frequentato da gay ha scatenato già una nuova polemica politica nel Paese. Del resto il bilancio delle vittime, almeno 50 morti e 53 persone ferite, ne fanno  la peggior strage compiuta con armi da fuoco negli Stati Uniti, come ha ricordato anche il Presidente Barack Obama. La staage di Orlando "è un atto di terrore e odio" ha dichiarato il numero uno della Casa Bianca nel corso della conferenza stampa organizzata per far il punto sul massacro messo in atto dall'americano di origini afghane Omar Mateen. "Si tratta della strage più grave della nostra storia, i nostri cuori sono spezzati", ha aggiunto Obama, avvertendo: "Naturalmente noi non possiamo dare dettagli, né sappiamo se ci sono collegamenti di questa persona con gruppi terroristici. Era una persona piena di odio, questo lo sappiamo".

Nonostante ci sia stata una rivendicazione dell'Isis, in effetti come sottolinea l'Fbi, "non è ancora stato accertato se la sparatoria al club gay di Orlando sia un crimine di odio o un atto terroristico". Il padre dell'uomo infatti sostiene sia improbabile un movente religioso perché Mateen non era un fanatico e non ha mai dato segni di una presunta conversione all'Islam radicale mentre avanza l'ipotesi di in movente omofobo dietro la strage. Certamente il protagonista del massacro anche in passato era stato sospettato di legami con l'estremismo islamico, ma le indagini e gli interrogatori non avevano portato a nulla.

Elementi però che però secondo il candidato alle presidenziali Usa Donald Trump sono sufficienti per richiedere un bando dei musulmani nel Paese. "Quello che è accaduto ad Orlando è solo l'inizio. La nostra leadership è debole e inefficace. Ho auspicato e chiesto il bando" ha spiegato infatti Trump rilanciato la sua proposta di mettere al bando i musulmani dagli Usa, già avanzata all'indomani del massacro di San Bernardino. Trump infine ha attaccato il Presidente:  "Nelle sue dichiarazioni il presidente Obama si è rifiutato vergognosamente perfino di pronunciare le parole ‘islam radicale'. Solo per questo motivo, dovrebbe dimettersi".

Obama dal suo canto invece ha invitato tutta la popolazione a "mantenere i valori che ci fanno americani" per "dimostrare che siamo un Paese che è soprattutto identificato per l'amore e non per l'odio". Il numero uno della Casa Bianca poi è ternato a parlare della troppa facilità con cui è possibile procurarsi armi negli Stati Uniti. La sparatoria mostra "come sia facile per gli americani essere uccisi a scuola, in chiese, nei cinema o nei nightclub. Questa strage è un ulteriore richiamo a come sia facile per qualcuno entrare in possesso di un'arma. Dobbiamo decidere se questo è il tipo di Paese che vogliamo essere" ha concluso Obama

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