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Sopravvissuta a un attentato nel 2016, 23enne muore con eutanasia: “Soffriva di depressione”

La storia di Shanti De Corte, 23enne belga sopravvissuta all’attentato all’aeroporto di Zaventem di Bruxelles del 22 marzo 2016: da allora soffriva di depressione e aveva tentato due volte il suicidio. Nel suo ultimo post su Facebook ha scritto: “Me ne vado in pace. Sappiate che già mi mancate”.
A cura di Ida Artiaco
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Shanti De Corte (via Facebook).
Shanti De Corte (via Facebook).

Morire con eutanasia per depressione.

È quanto è successo in Belgio, dove Shanti De Corte è deceduta a soli 23 anni dopo aver chiesto e ottenuto di sottoporsi all'eutanasia. Soffriva di grave depressione e disturbo da stress post-traumatico.

La ragazza, infatti, era sopravvissuta all'attentato all'aeroporto di Zaventem di Bruxelles, rivendicato dai terroristi dell'Isis, il 22 marzo 2016. Una condizione, però, che non è mai riuscita ad accettare e che l'ha portata a prendere la decisione di interrompere la sua vita.

Il calvario di Shanti De Corte, morta a 23 anni

La storia di Shanti, deceduta lo scorso 7 maggio, è stata raccontata il 5 ottobre dall'emittente televisiva belga Rtbf nel programma #Investigation, ed è stata ripresa dalla stampa internazionale.

Il calvario della ragazza è cominciato nel 2016, quando Shanti, allora 17enne, stava partendo in gita per Roma con i suoi compagni di classe della scuola Santa Rita di Kontich, in provincia di Anversa. Alle 8 del mattino, i terroristi dell’Isis, però, le hanno rovinato i piani e la vita facendosi saltare in aria. Lei è rimasta illesa, ma le ferite psicologiche di quel dramma le hanno condizionato la vita.

Poche settimane dopo il 22 marzo, riporta Rtbf, Shanti è stata ricoverato in una struttura psichiatrica ad Anversa, dve ha ricevuto un trattamento con antidepressivi. Un luogo che però conosceva bene visto che ci era già stata più volte prima degli attentati.

Come raccontava lei stessa sui social, soffriva di continui attacchi di panico e depressione. "Prendo più medicine per colazione. E fino a 11 antidepressivi al giorno. Non potrei vivere senza di loro", si legge su un suo post pubblicato su Facebook. Ha anche tentato di togliersi la vita due volte, nel 2018 e nel 2020.

Poi ha deciso di chiedere l'eutanasia, che in Belgio è legale, e, all'inizio del 2022, due neuropsichiatri hanno approvato la sua richiesta.

La giovane è poi morta il 7 maggio circondata dalla sua famiglia. In uno dei suoi ultimi post condivisi sui social network ha scritto: "È stata una vita di risate e lacrime, fino all'ultimo giorno. Ho amato e mi è stato concesso di sapere cos'è il vero amore. Me ne vado in pace. Sappiate che già mi mancate".

Si ricordi che la legislazione in Belgio dal 2002 consente di accedere al fine vita anche in presenza di una "sofferenza psicologica costante, insopportabile e incurabile".

Il braccio di ferro tra la famiglia di Shanti e Rtbf

Ma la famiglia di Shanti si è scagliata contro l'emittente televisiva. "La famiglia — ha fatto sapere il legale — ha espresso delle riserve sul rispetto della deontologia e dell’etica. Inoltre, la ricostruzione fatta contiene diversi errori fondamentali. I parenti di Shanti, vittima a tutti gli effetti degli attentati, chiedono che venga rispettata la loro privacy e tranquillità".

Rtbf, dal canto suo, ha risposto affermando che "la decisione di parlarne è stata presa perché si tratta di un fatto di interesse pubblico che contribuisce anche a far capire ciò che è accaduto alle persone coinvolte dagli attentati dopo questi terribili eventi. Siamo ovviamente rispettosi della posizione della famiglia e comprendiamo che parlare della loro storia è delicato. Tuttavia, il nostro team ha cercato più volte di contattarli per intervistarli e ascoltare la loro storia, ma non ha mai ricevuto risposta".

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