Siria: Parlamento inglese boccia l’attacco, Obama pronto ad agire solo

Nella giornata di ieri il primo ministro inglese David Cameron è uscito sconfitto, in seguito a un duro scontro in Parlamento, in un voto preliminare su un intervento militare in Siria. Per 13 voti i membri del Parlamento hanno detto no alla richiesta del Governo e il premier, da parte sua, ha fatto sapere che rispetterà questa decisione del popolo. Almeno per il momento, dunque, Cameron – che nel suo intervento aveva detto che le prove della responsabilità di Assad nell’attacco con armi chimiche sono “sotto i nostri occhi” – non spingerà per un attacco in Siria. E dopo lo schiaffo del Parlamento inglese al premier, la Casa Bianca ha lasciato intendere che l’America potrebbe anche agire da sola in Siria, se necessario. Questo perché si tratterrebbe comunque di un’operazione limitata per la quale non sarebbe necessaria una coalizione. “Continueremo a consultarci con il Governo inglese, uno dei nostri alleati più vicini – ha fatto sapere Washington dopo il voto di Londra -. Le decisioni del presidente Obama saranno guidate da quelli che sono i migliori interessi degli Stati Uniti. Il presidente ritiene che ci siano in gioco interessi per gli Usa e che i Paesi che violano le norme sul divieto di armi chimiche devono essere ritenuti responsabili”.
Al termine la missione degli esperti Onu – Intanto la Casa Bianca, nella giornata di ieri, ha aggiornato il Congresso offrendo informazioni sulle prove raccolte in Siria che proverebbero le colpe di Assad. Secondo quanto riferito al termine della conference call, l'amministrazione ha ribadito di non avere dubbi sull'uso di armi chimiche da parte di Assad e questo anche sulla base delle comunicazioni intercettate fra alti funzionari del regime di Assad in merito a un attacco. Obama, parlando con la televisione Pbs, aveva detto di non aver preso ancora una decisione ma si era detto sicuro delle colpe del regime e aveva affermato che Assad subirà un duro colpo. Intanto in Siria terminerà oggi la missione degli ispettori del Palazzo di Vetro che sabato usciranno dal Paese e faranno rapporto al segretario generale Ban Ki moon.