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Siria: “Obama e Cameron pensano ad attaccare entro pochi giorni”

Dopo il presunto attacco chimico avvenuto il 21 agosto, la marina britannica sarebbe pronta a unire le forze con gli Stati Uniti per un eventuale attacco in Siria: a dirlo sono alcuni media inglesi. La Russia: conseguenze gravi.
A cura di Susanna Picone
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Entro poche ore l’America di Barack Obama e la Gran Bretagna di David Cameron decideranno cosa fare in Siria, dove il clima è più che mai teso da quando – il 21 agosto – è arrivata notizia del presunto attacco chimico da parte del regime nei confronti dei ribelli. La marina britannica sarebbe pronta a unire le forze con l’America per un eventuale attacco missilistico nel Paese di Bashar al Assad. Un attacco – a parlarne sono alcuni giornali britannici – che potrebbe partire già a giorni. Il Daily Telegraph online cita fonti governative britanniche secondo cui continueranno i contatti tra Cameron e Obama a riguardo: il quotidiano precisa che nel caso in cui una decisione in questa direzione venga presa, l’azione militare potrebbe partire già entro la prossima settimana. Il Daily Mail online spiega che tra il presidente americano e il premier britannico ci sarebbe stata una lunga telefonata di circa 40 minuti durante la quale i due leader hanno parlato della Siria e che porterà a una decisione entro 48 ore. Usa e Gran Bretagna hanno già nella regione siriana forze militari potenti.

Assad avverte: “Li aspetta il fallimento” – L’ipotesi dell’imminente attacco in Siria ha intanto spinto la Russia a parlare di conseguenze “estremamente gravi”.  In una telefonata del ministro degli Esteri Sergej Lavrov al suo omologo Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa ha sottolineato che le “dichiarazioni ufficiali fatte negli ultimi giorni da Washington sul fatto che le truppe americane sono pronte ad intervenire nel conflitto siriano sono viste con profonda preoccupazione” da Mosca. E mentre Mosca invita alla cautela, il presidente Assad parla di “accuse insensate da Occidente”: in un’intervista al quotidiano russo Izvestia, il leader di Damasco ha definito “insensate” le accuse occidentali su un attacco chimico effettuato dal regime e ha avvertito l’America i cui progetti di un intervento militare saranno destinati al “fallimento”. Intanto oggi inizieranno le ispezioni dell’Onu sull’uso di armi chimiche in Siria: secondo molti, comunque, i tecnici del Palazzo di Vetro non troveranno nulla perché è già trascorso troppo tempo dal presunto attacco. Gli esperti hanno spiegato che dopo 3 giorni (72 ore) è quasi impossibile trovare tracce dei gas.

Aggiornamento ore 14 – La Casa Bianca ha smentito le notizie riportate dalla stampa britannica secondo cui Washington e Londra si appresterebbero a lanciare un’azione militare contro la Siria nei prossimi giorni. Il presidente Barack Obama – ha fatto sapere un responsabile della presidenza – non ha deciso di impegnarsi in un’azione militare. Intanto dalla Germania la cancelliera Angela Merkel ha detto che l’attacco del regime siriano deve avere conseguenze: “Deve essere indagato, non può essere lasciato senza conseguenze”, questo è quanto ha riportato il portavoce governativo Steffen Seibert.

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