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Guerra in Ucraina

Scherzo al figlio di Peskov, “lei è tra i riservisti arruolati”. Lui: “Risolverò con i piani alti”

Il figlio del portavoce di Vladimir Putin è stato vittima di uno scherzo telefonico del canale Popular Politics, legato ad Aleksej Navalny.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Buongiorno, qui il comando centrale delle Forze armate russe, le comunichiamo che il suo nome è nell'elenco dei riservisti arruolati per l'operazione militare in Ucraina". Inizia così la conversazione telefonica tra Dmitrij Nizovtserv, presentatore del programma televisivo di Popular Politics, un canale legato al movimento di Aleksej Navalny, e Nikolay Peskov, figlio del portavoce di Vladimir Putin. Il giovane è stato vittima di uno scherzo organizzato dalla trasmissione satirica di opposizione.

"Non ho alcuna intenzione di venirci – ha affermato il 32enne subito dopo -. Deve capire che io sono il signor Peskov, non è previsto che io venga arruolato. Sistemerò tutto a un livello più alto". La conversazione è stata postata online ed è divenuta virale nel mondo.

Nikolay Peskov ha creduto di essere tra i riservisti che sono stati chiamati sul campo di battaglia dopo l'annuncio della mobilitazione parziale voluta da Vladimir Putin. Il suo rifiuto in diretta ha scatenato diverse polemiche anche in ambito nazionale: disertare l'esercito, infatti, è punibile con almeno 15 anni di carcere.

La fuga dei disertori

Dopo l'entrata in vigore della mobilitazione parziale le compagnie aeree russe hanno registrato il tutto esaurito di biglietti per i voli verso l'estero. Già nella serata in cui era stato annunciato il discorso di Putin alla nazione (poi rimandato), la domanda "come lasciare la Russia?" era la ricerca numero uno su Google. Alla frontiera russo-finlandese, invece, si è formata una coda di circa 35 chilometri.

Berlino ha auspicato il raggiungimento di un patto con gli altri partner europei per garantire ospitalità ai disertori. Il portavoce del cancelliere tedesco ha fatto sapere che per tutte le richieste di asilo per la Germania si dovrà verificare che ci sia stata effettivamente una diserzione. "Bisogna assicurarsi che chi chiederà di essere accolto – ha affermato Steffen Hebestreit – non si muova in Europa su mandato dello Stato russo".

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