Scagionato per la strage di Charlie Hebdo, voleva arruolarsi nellʼIsis in Siria

Dopo essere entrato nel mirino degli inquirenti francesi per la terribile strage di Charlie Hebdo del gennaio del 2015, era stato scagionato da ogni accusa e rimesso in libertà, pochi giorni fa però è stato intercettato e fermato nuovamente ma al confine turco mentre cercava di raggiungere la Siria, probabilmente per arruolarsi nelle fila dell’Isis. Stiamo parlando di Mourad Hamyd, cognato di Sherif Kouachi, uno dei due attentatori che assaltarono la redazione del giornale satirico parigino facendo un strage negli uffici e poi seminando morte anche nelle strade della capitale francese.
La notizia, pubblicata dal settimanale francese Le Journal du Dimanche, rischia di scatenare nuove polemiche sull'operato delle forze dell'ordine parigine e dei servizi segreti già al centro di pesanti accuse per la scarsa sicurezza e la mancanza di efficienza nel prevenire e fermare possibili estremisti. Come racconta il giornale, Mourad Hamyd era stato individuato come parente di uno dei due fratelli killer e accusato di essere stato il terzo uomo, forse il palo dei fratelli Kouachi. Il ragazzo, all'epoca studente, si presentò spontaneamente, accompagnato dal padre, al commissariato della sua città, Charleville-Mézière, dimostrando però di avere un alibi di ferro confermato da compagni di classe e insegnanti. Il ragazzo risultava a scuola a seguire le lezioni e nel pomeriggio a scuola guida.
Dopo quei fatti Mourad Hamyd ha ottenuto il diploma e si è iscritto alla facoltà di Scienze e Tecnologia, ma un anno e sette mesi dopo i genitori ne denunciano la scomparsa e il giovane viene fermato poco dopo dalla polizia turca con uno zaino in cui porta divisa paramilitare, guanti e scarpe pesanti. Il ragazzo non aveva armi ma le forze locali ammettono che tutto fa credere che fosse diretto in Siria. Si scopre così che risulta schedato in Francia con la lettera «S» dei soggetti pericolosi per la sicurezza dello Stato e per lui scatta un ordine di arresto della magistratura francese che ora dovrà chiarire la sua posizione.