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Russia, Putin ha firmato la legge contro la “propaganda gay”: multe e carcere per gli omosessuali

Dopo il via libera della Duma Vladimir Putin ha firmato il provvedimento che proibisce anche tra gli adulti “la promozione” di quelle che vengono definite “relazioni sessuali non tradizionali”.
A cura di Davide Falcioni
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Ora la controversa legge russa contro la cosiddetta "propaganda gay" ha anche il timbro del presidente. Dopo il via libera della Duma delle scorse settimane Vladimir Putin ha infatti firmato il provvedimento che proibisce anche tra gli adulti "la promozione" di quelle che vengono definite "relazioni sessuali non tradizionali": lo riferisce la Tass.

Secondo molti osservatori si va così verso l'allargamento della famigerata legge che vieta "la promozione" degli "atteggiamenti sessuali non tradizionali" tra i minori: una norma che rende potenzialmente impossibile ogni manifestazione pubblica in difesa dei diritti delle minoranze sessuali e che è stata bocciata dalla Corte di Strasburgo perché discriminatoria e perché lesiva del diritto alla libertà d'espressione.

Con la firma di Putin la legge è dunque realtà. Il testo della nuova norma si profila come un intervento estremamente severo contro “la propaganda di relazioni sessuali non tradizionali e la pedofilia”. Come tale, viene automaticamente vietata all’interno della Russia la circolazione di qualsiasi media – libri, pubblicità, film e pagine Internet – a carattere LGBTQ+. Le conseguenze sono assai severe: per i cittadini russi una multa che potrà arrivare fino a dieci milioni di rubli, circa 165mila euro. La cifra massima verrà applicata nel caso la presunta propaganda sia diretta a minori. Per gli stranieri residenti in Russia, invece, è prevista la deportazione previa reclusione di 15 giorni.

Vyacheslav Volodin, presidente della Duma e braccio destro del Presidente Putin, ha commentato: "Dobbiamo fare il possibile per proteggere i nostri figli e chi vuole condurre una vita normale". Una legge contro la propaganda LGBT è in realtà già presente dal 2013, ma questa si concentrava finora solo sui contenuti destinati alla fruizione da parte dei minori. La nuova legge, invece, estende quella che si può definire una vera e propria censura a qualsiasi contenuto a tematica LGBTQ+, indipendentemente dai destinatari del messaggio.

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