“Riprenderemo Taiwan, anche con la forza”: Xi Jinping al congresso del Pcc fa tremare il mondo
Si è aperto oggi, domenica 16 ottobre, il ventesimo Congresso del Partito comunista Cinese nella Grande Sala del Popolo di Pechino. Presente anche il presidente Xi Jinping insieme al predecessore Hu Jintao, agli anziani del partito e ai membri in carica del Comitato permanente del Politburo. Dopo un minuto di silenzio per i "martiri della rivoluzione" e l'inno nazionale, Xi Jinping è salito sul palco per un lungo e atteso discorso.
Il suo primo punto è quello della lotta al Covid. Lo storico Congresso, infatti, arriva in un momento "critico per il Paese e per il mondo", ma Xi ha rivendicato con orgoglio quanto fatto per la costruzione di un "moderno Paese socialista". In cinque anni, ha detto, il suo governo ha ottenuto risultati nella lotta alla povertà, nel campo della diplomazia e della difesa nazionale e in quello della salute. "Abbiamo protetto la vita delle persone – ha sottolineato -. La Cina ha ottenuto risultati positivi nel coordinamento del controllo delle epidemie, coniugandolo allo sviluppo economico e sociale".
Il presidente cinese ha poi fatto riferimento alle rivolte di Hong Kong, sottolineando che ora l'ex colonia britannica è "governata da patrioti" che l'hanno portata "dal caos all'ordine" dopo le rivolte. "La scelta di avere un solo Paese e due sistemi si è dimostrata la migliore per Hong Kong e Macao e deve essere rispettata a lungo termine" ha asserito. Xi Jinping ha poi menzionato Taiwan, altro punto cruciale per la politica cinese. "Abbiamo dimostrato la nostra capacità di opporci al separatismo, all'indipendenza e alle interferenze straniere – ha sottolineato -. Vogliamo una riunificazione pacifica, ma non rinunceremo al diritto di usare la forza se necessario". "La riunificazione sarà sicuramente realizzata", conclude tra gli applausi.
"Prenderemo tutte le misure necessarie per fermare i movimenti separatisti. La questione di Taiwan è un affare del popolo cinese che spetta al popolo cinese. Stiamo cercando una riunificazione pacifica, ma non rinunceremo alla forza se necessario. La completa riunificazione della madrepatria deve essere raggiunta".
Nella sua ora e 45 minuti di discorso, Xi ha anche menzionato una serie di priorità per gli anni a venire. Secondo il presidente cinese, fondamentale è la difesa della "dignità nazionale", ma sempre schierandosi "contro egemonismo, unilateralismo, espansionismo e protezionismo". Tutti difetti che Pechino imputa agli Stati Uniti, principale antagonista nella crisi con Taiwan.
Nonostante la condanna alle mire espansionistiche occidentali, Xi Jinping ha comunque annunciato miglioramenti per le Forze Armate cinesi nell'ottica di creare un nuovo esercito "di livello mondiale". "Accelereremo la costruzione di un esercito globale e rafforzeremo la sua capacità di deterrenza strategica". Il controllo del Partito sulle forze di sicurezza sarà aumentato per assicurarsi "che agiscano sempre sulla stessa linea del Partito". "Devono continuare gli sforzi per modernizzare l'Esercito Popolare di Liberazione, in modo che quest'ultimo possa proteggere meglio la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi dello sviluppo nazionale".
Il presidente cinese ha poi affermato che il governo aumenterà gli stipendi dei lavoratori a basso reddito per espandere la classe media. Il Partito vuole "regolare l'ordine di distribuzione della ricchezza e il meccanismo di accumulazione". Ha promesso poi aperture sul fronte economico. "La Cina – ha spiegato – sarà un importante partner commerciale e una destinazione importante per gli investimenti stranieri.
Temi centrali del discorso di Xi, anche energia e ambiente. La Cina "promuoverà uno sviluppo verde a basse emissioni di carbonio" e migliorerà i controlli sull'inquinamento. La promessa è anche quella di usare il carbone in modo più pulito ed efficiente. "La protezione ecologica e ambientale ha subito un cambiamento storico – ha affermato tra gli applausi -. I cieli sono più blu, le montagne sono più verdi e l'acqua è più limpida. Parteciperemo attivamente alla governance globale sui cambiamenti climatici". Eppure il Dragone Rosso è uno tra i primi Paesi nel mondo per inquinamento ed emissioni di Co2.