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Polonia avverte che non cederà ai “ricatti” dell’Ue, Orbán con Varsavia: “Sanzioni ridicole”

“Non agiremo sotto la pressione di un ricatto. Siamo pronti al dialogo, non concordiamo con questo costante allargamento delle competenze dell’Ue, ma naturalmente ne parleremo”: lo ha detto il premier polacco Mateusz Morawiecki arrivando al Consiglio europeo. Intanto il Parlamento Ue ha approvato una risoluzione per avviare una procedura d’infrazione contro Varsavia e bloccare i fondi del Recovery Plan.
A cura di Annalisa Girardi
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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, stringe la mano del premier polacco Mateusz Morawiecki al Consiglio Ue
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, stringe la mano del premier polacco Mateusz Morawiecki al Consiglio Ue

Al Consiglio europeo irrompono le tensioni tra Bruxelles e Varsavia. Le istituzioni dell'Ue aumentano le pressioni sul premier polacco Mateusz Morawiecki affinché il governo faccia un passo indietro rispetto alla sentenza che pone la giurisdizione nazionale davanti a quella europea. La crisi diplomatica è dietro l'angolo, anche se si sta provando a fare di tutto per evitare una rottura. Intanto però è stata approvata la risoluzione per aprire una procedura d'infrazione contro la Polonia e bloccare i fondi del Recovery Plan.

Provvedimento, approvato con 502 voti a favore, 153 contrari (tra cui quelli degli europarlamentari di Lega e Forza Italia) e 16 astensioni, in cui i deputati europei hanno affermato che il Tribunale costituzionale polacco è "illegittimo" e che quello che ha compiuto è un "attacco alla comunità europea di valori e leggi nel suo complesso", che è stato usato per "legalizzare le attività illegali delle autorità".

In risposta il premier polacco Morawiecki si è detto pronto al dialogo con l'Ue, ma ha avvertito che non cederà a ricatti. Ha inoltre accusato la Commissione di essere andata oltre il mandato assegnatole dai Trattati: "Non agiremo sotto la pressione di un ricatto. Siamo pronti al dialogo, non concordiamo con questo costante allargamento delle competenze dell'Ue, ma naturalmente ne parleremo, parleremo di come risolvere la disputa attuale con la comprensione ed il dialogo".

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha replicato: "Ci dobbiamo prendere tutti la responsabilità quando si tratta di proteggere i nostri diritti fondamentali". Le ha fatto eco anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ha detto: "Abbiamo strumenti legali da usare, ma dobbiamo essere impegnati anche sul dialogo".

Sulla questione è intervenuto anche il premier ungherese, Viktor Orbán, che arrivando al Consiglio europeo ha commentato: "Non c'è bisogno di alcuna sanzione: è ridicolo. Contro la Polonia in Europa è in corso una caccia alle streghe. La verità è dalla parte dei polacchi". I leader dei Paesi del blocco Visegrad si sono poi riuniti a margine del vertice Ue, come comunicato dalla cancellerie polacca.

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