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Guerra in Ucraina

Perché le sanzioni alla Russia rischiano di danneggiare i Paesi occidentali (Italia inclusa)

Angelo Baglioni, professore ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica di Milano, a Fanpage.it sulle sanzioni alla Russia: “Ci vuole un po’ di tempo perché facciano effettivamente effetto, ma se attuate potrebbero arrecare un grave danno a Mosca. Ma seri problemi ci saranno anche per gli altri Paesi che le sanzioni le impongono. Il che spiega l’estrema cautela con cui finora si è proceduto”.
A cura di Ida Artiaco
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I Paesi occidentali hanno promesso una serie di pesati sanzioni alla Russia nel caso in cui Vladimir Putin continui ad attaccare l'Ucraina. Ma quanto sono davvero pesanti per l'economia di Mosca e quali conseguenze potrebbero derivare da decisioni simili, dall'esclusione del Paese dal sistema Swift al taglio dell'export di gas? Fanpage.it lo ha chiesto ad Angelo Baglioni, professore ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica di Milano e direttore di Osservatorio Monetario e membro del Comitato direttivo e scientifico del Laboratorio di Analisi Monetari.

Prof. Baglioni, le sanzioni imposte dai paesi occidentali stanno facendo davvero male alla Russia? 

"È chiaro che ci vuole un po' di tempo perché facciano effettivamente effetto. Non è immediato. Se verranno realmente prese le decisioni di cui si discute, queste potrebbero arrecare un grave danno alla Russia, soprattutto se poi vengono mantenute nel tempo. E questo per due questioni fondamentali, che sono sul piatto adesso e che potrebbero diventare realtà già nelle prossime ore: e cioè l'esclusione di alcune banche russe dal sistema dei pagamenti SWIFT e il congelamento delle riserve in valuta estera detenute dalla banca centrale russa presso altre banche centrali, in primo luogo quella americana ed europea".

È possibile fare già una stima di quanto potrebbe perdere l'economia russa se tutte le sanzioni dovessero essere confermate?

"Al momento credo sia impossibile quantificare questo, anche dalle analisi che circolano mi sembra che nessuno finora sia stato in grado di dare cifre precise. Quindi ad ora le valutazioni che si possono fare sono solo di carattere qualitativo. È chiaro che l'impatto sarebbe importante: per quanto riguarda il sistema dei pagamenti, cioè l'eventuale esclusione da SWIFT, si tratterebbe di rendere molto difficile qualsiasi tipo di interscambio con l'estero da parte della Russia, perché tutti i pagamenti internazionali e i messaggi di pagamento tra una nazione e l'altra viaggiano tramite questo sistema. Evidentemente sia l'importazione di beni da parte della Russia sia l'esportazione di materie prime come il gas sarebbero gravemente ostacolate. E questo è un serio problema non solo per la Russia ma anche per gli altri Paesi che le sanzioni le impongono. Il che spiega anche l'estrema cautela con cui finora si è proceduto".

Tra i Paesi che hanno imposto le sanzioni c'è anche l'Italia. Che rischi corriamo a livello economico?

"Teniamo conto che noi abbiamo una esportazione di beni verso la Russia che è stata stimata in questi giorni in circa 7 miliardi di euro l'anno, che in questo senso sarebbero ostacolati perché tutte le volte che partono beni dall'Italia alla Russia ci deve essere un pagamento che viaggia tramite Swift. E questo è un fatto. C'è poi anche l'import che noi facciamo da loro in particolare di energia e materie prime, e anche questo sarebbe ostacolato non solo per il fatto tecnico dei messaggi di pagamento ma anche perché il blocco delle esportazioni di gas potrebbe essere una misura di ritorsione politica che il governo di Mosca potrebbe attuare in risposta alle sanzioni occidentali.

Problemi deriverebbero anche dalla seconda misura che potrebbe essere attuata, e cioè il congelamento delle riserve che la banca centrale russa detiene presso le altre banche centrali, che sono ingenti e potrebbero essere utilizzate dalla stessa banca centrale russa per sostenere il cambio. In questo momento il rublo sta crollando sul mercato dei cambi e la banca centrale russa potrebbe decidere di utilizzare i dollari e gli euro che detiene per vendere queste valute e acquistare rubli, sostenendone il cambio sui mercati, ma se queste vengono congelate non può farlo".

A proposito del gas, a cosa andiamo incontro nei prossimi mesi e come l'economia italiana può reggere un colpo del genere?

"Nell'immediato si tratta di scongiurare lo scenario peggiore, che sarebbe quello di un blocco immediato delle importazioni dalla Russia, il che ci metterebbe in difficoltà perché sarebbe complicato trovare subito fonti alternative. Poi con il passare del tempo se ne potrebbero potenziare di nuovo, come le rinnovabili, ma sono cose che richiedono tempo".

Quali le ricadute sui consumatori finali?

"Gli aumenti che adesso vengono registrati riflettono l'aumento del prezzo del gas all'ingrosso che c'è stato nei mesi scorsi e che si sono già scaricati sui prezzi al dettaglio. Il Governo italiano è intervenuto con misure compensative soprattutto a favore delle famiglie che hanno redditi più bassi e delle imprese. In prospettiva bisogna vedere cosa succede nelle prossime settimane. Adesso abbiamo questa fortissima volatilità dei prezzi da tener conto accompagnata da fortissimi rialzi, ma se la situazione sul fronte politico migliorasse potrebbero esserci tranquillamente dei ribassi rispetto a questi massimi già nei prossimi giorni. Non bisogna dunque esagerare con gli allarmi: questi aumenti all'ingrosso si travaseranno sul prezzo finale al dettaglio solo se questa situazione non dovesse risolversi".

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