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Perché l’Australia è rimasta senza energia affrontando “la tempesta perfetta”

Una serie di eventi a catena che hanno coinvolto l’Australia hanno spinto il Paese verso una crisi energetica decisamente difficile da gestire tanto da spingere le autorità a decretare un controllo statale e centralizzato dell’energia elettrica.
A cura di Antonio Palma
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Gli esperti l’hanno già chiamata “la tempesta perfetta” e in effetti la serie di eventi a catena che hanno coinvolto l’Australia hanno spinto il Paese verso una crisi energetica decisamente difficile da gestire che ha costretto le autorità a decretare un controllo statale e centralizzato dell’energia elettrica. Il Paese da alcuni mesi ha visto aumentare costantemente prezzi e problemi di approvvigionamento che affliggono in particolare l’est del continente.

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Nel New South Wales, ad esempio, c’è ora una spesa di 227 dollari in più per famiglia mentre nell'Australia Meridionale l'aumento si è fermato a circa 124 dollari australiani in più in media ma le previsioni indicano che nel prossimo anno, per una famiglia normale, in alcuni stati si supereranno i duecento dollari in più.

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Tutto è iniziato quando le economie hanno iniziato a uscire dalle restrizioni Covid è c'è stata un'impennata della domanda in un momento in cui però la stessa pandemia mondiale ha limitato la fornitura di energia. Così con una domanda in aumento e meno offerta di energia, i prezzi sono balzati in alto in poco tempo.

L’invasione russa e la guerra in Ucraina poi hanno aggravato in poco tempo la situazione i prezzi dell'energia sono arrivati a livelli record. La Russia infatti è uno dei maggiori esportatori di energia al mondo ma a causa dell'invasione sono state imposte sanzioni immediate al petrolio e al gas russi. Inoltre la spasmodica ricerca di altre fonti da parte dei Paesi europei hanno fatto crescere ulteriormente il prezzo.

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Di fronte a questa situazione difficile, l’Australia si è fatta trovare impreparata visto che conta ancora molto sul carbone le cui centrali però sono vecchie e destinate alla chiusura e dunque con scarsa manutenzione e guasti continui.

Non solo, la serie di problemi ha travolto il Paese in un periodo dell’anno molto difficile e cioè la stagione invernale quando il consumo energetico è il più alto per il riscaldamento e le inondazioni hanno causato gravi danni alla rete.

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Una serie di dinamiche che hanno fatto scattare gli automatismi ai limiti del prezzo ma spinto anche molti fornitori a interrompere la fornitura per non rimetterci, creando però a loro volta carenze continue nei giorni successivi.  A questo punto l'intero mercato elettrico nazionale è stato sospeso, l'autorità di regolamentazione ha istituito un sistema in cui le società di distruzione mettono a disposizione tutta la loro disponibilità di energia che viene poi smistata a seconda dei bisogni. Durante la sospensione del mercato libero le società vengono pagate forfettariamente e quindi compensate poi per eventuali perdite.

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