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Perché la monarchia giapponese è a rischio: con la crisi della successione non c’entra solo il sessismo

Quella giapponese è una delle monarchie ereditarie più antiche ma da alcuni anni sta affrontando il problema della successione che esclude le donne. Sul tema Fanpage.it ha intervistato Andrea Pancini, docente di lingua e storia del Giappone all’Università di Pavia: “L’idea di una linea maschile ininterrotta è inventata. Nella storia giapponese ci sono state imperatrici donne e anche la successione per linea materna”.
A cura di Eleonora Panseri
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L’erede al trono dell’impero giapponese, il principe Hisahito.
L’erede al trono dell’impero giapponese, il principe Hisahito.

Pochi giorni fa, il 6 settembre, il Giappone ha celebrato l'ingresso nell'età adulta del principe Hisahito, unico figlio maschio del principe ereditario Fumihito (fratello dell'attuale imperatore, Naruhito, ndr) e della principessa Kiko.

Quella giapponese è una delle monarchie ereditarie più antiche del mondo e da alcuni anni sta affrontando l'annoso problema della successione. Hisahito è l'unico maschio della famiglia imperiale nato in 40 anni.

Attualmente la linea di successione al trono del Giappone è molto ristretta, proprio perché riservata solo agli uomini. Prima della nascita di Hisahito, nel Paese è iniziata a circolare l'ipotesi di una possibile apertura alla successione femminile, su cui si dibatte ancora oggi.

"La questione è entrata nel dibattito pubblico circa una ventina di anni fa quando il principe Hisahito, che è diventato maggiorenne nel 2024 e ha festeggiato quest'anno, non era ancora nato", spiega a Fanpage.it Andrea Pancini, docente di lingua e storia del Giappone presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pavia.

"Quindi, è cominciato tutto in una situazione in cui ancora le probabili eredi erano tutte bambine", precisa. La discussione sul tema quindi va avanti da diversi anni, anche se, aggiunge l'esperto, non è stata ancora raggiunta una soluzione a riguardo.

Professore, quali sono state le soluzioni ipotizzate in questi anni?

Sono state principalmente due. Quella più ovvia, modificare la legge della casa imperiale. Il primo articolo dice espressamente che l'erede può essere solo maschio. E introdurre la possibilità per le donne di ereditare il titolo. Ipotesi che hanno incontrato molta resistenza culturale e politica, soprattutto da parte del Partito Liberale Democratico, conservatore.

Il principe Hisahito.
Il principe Hisahito.

Il problema per la tradizione conservatrice è doppio perché sarebbe uno strappo alla regola non solo permettere alle principesse di diventare imperatrici, ma anche dichiarare chiaro e tondo che la successione può passare da sangue femminile.

Non sono mai esistite imperatrici donne in Giappone?

La legge attuale si basa su una norma vecchia, del 1889. Risale quindi all'epoca Meiji, l'epoca di industrializzazione del Paese che è stata influenzata dal confucianesimo cinese ma, in realtà, nella storia giapponese l'idea di una linea maschile ininterrotta è completamente inventata.

Ci sono state otto imperatrici donne e anche la successione per linea materna in un paio di casi, quindi storicamente è una cosa già ampiamente documentata. Questa resistenza si basa su tutta una serie di norme e prescrizioni che sono state costruite durante l'industrializzazione del Paese, storicamente non sta in piedi.

L’attuale imperatore Naruhito e l’imperatrice Masako.
L’attuale imperatore Naruhito e l’imperatrice Masako.

Com'è sentita la questione dalla popolazione?

La maggioranza dell'opinione pubblica è favorevole: secondo un recente sondaggio, si è scoperto che più dell'80% dei giapponesi non sarebbe contrario a un'imperatrice donna. Il problema è il modello di fine ‘800 che perdura perché ci sono forti resistenze conservatrici nel partito al governo che vuole mantenere lo status quo.

L'importante per i giapponesi è che si continui a mantenere la tradizione identitaria della casata imperiale, non importa chi sia che eredita il titolo, basta che si continui ad andare avanti. Ma la classe politica è distante perché comunque predomina il sostegno alla linea maschile, per inerzia ideologica, direi.

La principessa Kako.
La principessa Kako.

Sicuramente ci sono anche delle questioni di genere molto forti, perché il sessismo in Giappone è ancora un problema che difficilmente a breve si risolverà ma si tratta di un'inerzia ideologica, di conservatorismo di default: siccome è sempre stato così si deve continuare a fare così. I liberali invece sembrano disinteressati e privi di una posizione coerente. Finiscono per essere trascinati dal consenso conservatore.

Un altro dibattito pubblico che continua ad andare avanti è, per esempio, il matrimonio per le persone omosessuali in Giappone. Anche in questo caso le istituzioni sono tiepide e pigre ma c'è un consenso popolare enorme a riguardo, abbiamo percentuali del 70-80% degli intervistati che si dicono assolutamente favorevoli.

Possiamo dire che al momento l'Impero è a rischio?

Esatto, ma è a rischio al di là del genere. È a rischio perché i membri della famiglia imperiale non riescono a sposarsi per via della pressione pubblica, della mancanza di nobiltà. Dopo la seconda guerra mondiale, infatti, si è dichiarata la nobiltà che esisteva prima del 1945 come non più nobile, quindi sono stati declassati a cittadini generali.

Non possono nemmeno andare ad attingere da famiglie o casate cadette nobiliari che non esistono più sostanzialmente. E poi il clima mediatico ostile e le ingerenze di paparazzi e quant'altro. Non è facile sposarsi con una famiglia imperiale. Senza soluzione a questo clima, diciamo, "antimatrimoniale", la dinastia rischia l'estinzione a prescindere da chi possa salire al trono.

La storia dell'ex principessa Mako insegna…

Sì, lei per sposare un aspirante avvocato, Kei Komuro, ha dovuto rinunciare al titolo. Da un lato, è stata una liberazione. L'ex principessa è vista dalle femministe giapponesi un po' come l'araldo dell'emancipazione dalla famiglia imperiale, dalle sue regole rigide e antiche.

L’ex principessa Mako e il marito Kei Komuro.
L’ex principessa Mako e il marito Kei Komuro.

Ciò non toglie comunque che, di fatto, lei sia stata obbligata a rinunciare ai suoi titoli in quanto donna. Ci sono proprio delle leggi sessiste nella carta di regole e di comportamenti della famiglia imperiale che andrebbero riviste.

Io penso, e questa è una mia opinione personale, che una vera riforma dovrebbe contemporaneamente riconoscere il valore delle donne nella tradizione storica giapponese, anche questo è un passo da fare, e l'esistenza di imperatrici donne.

Il secondo passo sarebbe stabilire condizioni di parità che la donna deve avere nella società contemporanea. Avere una donna sul trono potrebbe essere un passo fondamentale, ma si deve garantirle anche un ambiente familiare sano, accessibile, altrimenti rischia di essere solo uno specchietto per le allodole.

Un passo del genere potrebbe ispirare cambiamenti nella società giapponese più ampi?

Sì, credo che questa crisi della famiglia imperiale non sia solo giuridica ma anche profondamente umana. Se si continua a ignorare il fatto che gli imperatori, le imperatrici, le principesse, sono persone reali, con diritti, desideri, limiti, allora non ci sarà una successione stabile né maschile né femminile. Una cosa che chiaramente si rifletta anche nella società.

Le principesse giapponesi durante la cerimonia per il passaggio alla maggior età del principe Hisahito.
Le principesse giapponesi durante la cerimonia per il passaggio alla maggior età del principe Hisahito.

Potrebbe essere una strada che dia avvio a un percorso per un Giappone più equo, con una società che ascolta di più tutti e tutte le persone che ne fanno parte. Se vuole sopravvivere, la monarchia deve anche sfidare la modernità.

Deve rimanere al passo con i tempi perché, di fatto, con il crollo della natalità in Giappone, l'aumento delle persone single, il crollo dei matrimoni, anche la famiglia imperiale alla fine ha questi problemi. Non si può pensare che queste persone siano al di sopra della realtà e che siano esenti dai problemi che ha oggi la società giapponese.

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