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Guerra in Ucraina

“Per gli oppositori della Z campi di concentramento e sterilizzazione”: la minaccia sulla TV russa

Nuova minaccia agli oppositori di Putin e dell’invasione in Ucraina sulla TV russa. Il regista Shakhnazarov: “Gli oppositori della lettera Z devono capire che non saranno risparmiati. Non ci sarà pietà. Qui è tutto serio, gravissimo: campi di concentramento, rieducazione, sterilizzazione”.
A cura di Ida Artiaco
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"Gli oppositori della lettera Z devono capire che non saranno risparmiati. Non ci sarà pietà. Qui è tutto serio, gravissimo: campi di concentramento, rieducazione, sterilizzazione". Dalla TV russa arriva una nuova minaccia agli oppositori di Putin. Questa volta a intervenire sulla televisione di Stato Russia 1 è Karen Shakhnazarov, regista, tra le altre cose di "Courier", uno dei film più iconici dell'era della perestrojka, e produttore vicino al leader del Cremlino, che si rivolge direttamente a coloro che definisce gli "avversari della lettera Z", ormai famoso simbolo dell'invasione della Russia. Il video, andato in onda nei giorni scorsi, è stato ricondiviso su Twitter anche da Anton Gerashchenko, attuale consigliere ed ex viceministro presso il Ministero degli affari interni dell'Ucraina.

Non è la prima volta che sulla TV russa va in onda propaganda pro regime. Solo pochi giorni fa alcuni nel suo show seguitissimo in Russia, Vladimir Solovyov, il più famoso e influente anchorman russo e fedelissimo di Putin, aveva condannato l'Occidente per non aver ascoltato gli avvertimenti del Cremlino: "Lavrov aveva detto loro che questo avrebbe portato alla terza guerra mondiale, ma preferiscono giocare in grande… Questi sono dei bast**di senza morale". A queste parole aveva risposto la giornalista Margarita Simonyan: "Tutto finirà con un attacco nucleare. Per me è il risultato più probabile. Questo da un lato mi fa orrore, ma dall'altro ho la consapevolezza che è quello che è". Solovyov ha quindi aggiunto: "Ma noi andremo in paradiso, mentre loro semplicemente gracchiano". Simonyan ha concluso cercando di "confortare" il pubblico: "Moriremo tutti un giorno".

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