Per gli 007 i raid USA non hanno distrutto i siti nucleari in Iran: “Al massimo li hanno rallentati”

Mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu celebra la "vittoria storica" sull'Iran, che "non avrà l'arma nucleare", dopo gli attacchi dei giorni scorsi e l'intervento degli Stati Uniti di Donald Trump, gli 007 americani gettano più di un'ombra sull'operazione contro i principali impianti nucleari di Teheran che avrebbe distrutto – a detta dell'inquilino della Casa Bianca – i componenti principali del programma nucleare iraniano.
È quanto riporta la CNN in esclusiva: l'emittente a stelle e strisce, precisando che l'analisi dei danni ai siti e dell'impatto degli attacchi sulle ambizioni nucleari dell'Iran è ancora in corso, afferma che i primi risultati sono in contrasto con le ripetute affermazioni del presidente Trump secondo cui gli attacchi avrebbero "completamente e totalmente distrutto" gli impianti di arricchimento nucleare iraniani. Anche il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, ha dichiarato domenica che le ambizioni nucleari dell'Iran "sono state distrutte".
Ma due delle persone informate sulla valutazione condotta dal Comando Centrale degli Stati Uniti e citate dalla CNN hanno affermato che le scorte di uranio arricchito dell'Iran non sono state distrutte e una delle fonti ha addirittura dichiarato che le centrifughe sono in gran parte "intatte. Quindi la valutazione della Defense Intelligence Agency (Dia – il braccio operativo dell'intelligence del Pentagono, ndr), è che gli Stati Uniti li hanno forse rallentati di qualche mese, al massimo", ha aggiunto. La Casa Bianca ha riconosciuto l'esistenza della valutazione, ma ha affermato di non essere d'accordo, ha concluso l'emittente.
Le indiscrezioni della CNN sono state in parte confermate anche dal New York Times secondo cui, sempre citando le valutazioni preliminari dell'intelligence americana, i bombardamenti americani sui siti nucleari iraniani non hanno causato il crollo degli edifici sotterranei ma hanno bloccato gli ingressi di due delle strutture. Sempre secondo le stesse fonti, le scorte di uranio arricchito dell'Iran sono state spostate, prima dell'attacco, in siti segreti. Per cui – si conclude – le valutazioni preliminari sembrano suggerire che le dichiarazioni di Donald Trump sulla distruzione totale dei siti "siano esagerate".