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Oltre 350mila donne sterilizzate a forza dal governo in Perù, l’ex presidente Fujimori a giudizio

Alberto Fujimori, l’ex presidente dittatore del Perù già in carcere dopo la condanna per violazione dei diritti umani, accusato ufficialmente insieme agli ex ministri della salute dell’epoca e altri funzionari del suo governo per il piano di sterilizzazione forzata di migliaia di donne indigene durante la sua presidenza.
A cura di Antonio Palma
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Oltre trecentocinquantamila donne sterilizzate a forza per ordine del governo peruviano, anche di questo dovrà ora rispondere in tribunale Alberto Fujimori, l’ex presidente dittatore del Perù già in carcere dopo la condanna per violazione dei diritti umani per aver ordinato le stragi compiute dal gruppo paramilitari locali. Nelle prossime ore infatti la procura peruviana presenterà accuse formali contro Fujimori e gli ex ministrdella salute dell'epoca e altri funzionari del suo governo per il piano di sterilizzazione forzata di migliaia di donne indigene durante la sua presidenza.

Attraverso una udienza virtuale, il giudice Rafael Martín Martínez ascolterà la relazione del pm Pablo Espinoza che formulerà le accuse contro Fujimori e gli altri esponenti ì coinvolti nella realizzazione del piano governativo che risale a più di 22 anni fa. La tesi dell’accusa è che quel piano di sterilizzazione forzata abbiano rappresentato "crimini contro l'umanità" che dovranno essere puniti severamente. Il terribile progetto voluto dal governo Fujimori per controllare la popolazione indigena coinvolse oltre 350.000 donne fra il 1990 e il 1999 ma anche 25.000 uomini con l’obiettivo dichiarato di ridurre il tasso di natalità tra le popolazioni indigene e povere delle aree rurali del paese.

Per l’incriminazione di Fujimori è stata condotta una battaglia legale durata 25 anni che ha visto in prima linea tutti i principali gruppi per i diritti umani. “Questa udienza è il primo passo per la possibile apertura di un'indagine penale, che le donne aspettano da più di 25 anni", ha dichiarato Marina Navarro, direttrice di Amnesty International in Perù, ricordando che l'udienza segna "il maggior progresso compiuto finora nel caso”. A rappresentare le donne anche diverse associazioni locali che hanno esortato il giudice a tenere in considerazione le testimonianze delle vittime nella decisione finale.

Secondo i legali di Fujimori, infatti, le sterilizzazioni sarebbero avvenute con il consenso delle donne e mirate a combattere la povertà riducendo i tassi di natalità. Almeno duemila vittime di questa pratica però son pronte testimoniare di essere state sterilizzate senza il loro consenso, a volte minacciate di carcere altre imbrogliate dagli stessi medici. I pubblici ministeri hanno iniziato a indagare sulle accuse di sterilizzazioni forzate nel 2003 ma le indagini sono state poi archiviate sulla base di prove insufficienti.  “Le donne hanno sentito che lo Stato ha voltato le spalle. Non hanno avuto la possibilità di ricevere risarcimenti e giustizia”, ha sottolineato la responsabile di Amnesty.

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