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“Non dormivo da 40 ore”: la confessione del pilota che ha provato a spegnere i motori dell’aereo in volo

Il caso dell’ex pilota dell’Alaska Airlines che si è dichiarato colpevole davanti a un tribunale dell’Oregon per aver messo a rischio la vita di 85 persone a bordo di un volo da Everett, Washington, a San Francisco, California nell’ottobre del 2023: “Credevo stessi sognando”.
A cura di Ida Artiaco
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Non dormiva da 40 ore e gli sembrava di essere in un sogno: per questo ha provato a spegnere i motori di un aereo mentre era in volo. Si è dichiarato colpevole Joseph David Emerson, ex pilota dell'Alaska Airlines, davanti il tribunale federale dell'Oregon (USA) per gli eventi accaduti nell'ottobre del 2023. Lui, che all'epoca dei fatto fuori servizio e per questo seduto sul sedile dietro ai piloti ai comandi (il "jump seat"), ha tentato di spegnere i motori dell'aereo passeggeri durante il volo, in programma da Everett, Washington, a San Francisco, California.

"Sebbene fossi seduto sul sedile di emergenza e interagissi con l'equipaggio di volo, credevo di stare sognando e ho sentito un bisogno irrefrenabile di svegliarmi – ha dichiarato Emerson -.  Nel tentativo di svegliarmi dal mio ‘sogno', ho azionato consapevolmente le due manopole dell'estintore dei motori dell'aereo mentre quest'ultimo era in volo", mettendo così a rischio la vita delle 85  persone a bordo. L'equipaggio si era subito allarmato afferrandogli mani e polsi per evitare che spegnesse i motori. Grazie all'intervento repentino, l'aereo è poi atterrato in sicurezza. Un assistente di volo ha dichiarato agli investigatori di aver sentito Emerson dire: "Ho rovinato tutto" e che "ha cercato di uccidere tutti".

Ha poi aggiunto: "Sapevo che così facendo avrei spento i motori, ma in quel momento ho pensato che mi avrebbe svegliato dal mio sogno e sarei stato con la mia famiglia".

L'ex pilota ha anche dichiarato agli inquirenti di aver assunto funghi allucinogeni, due giorni prima del volo, e di aver sofferto di depressione. La droga era stata assunta mentre era a Washington con degli amici per ricordare il suo defunto migliore amico, Scott, anche lui pilota. Il giudice lo ha dichiarato colpevole di tutti i capi d'accusa e lo ha condannato a 50 giorni di carcere, pena già scontata dopo l'arresto, a cinque anni di libertà vigilata e a 664 ore di servizi sociali. Gli è stato inoltre imposto di pagare oltre 60mila dollari di risarcimento, in gran parte ad Alaska Airlines, e di prestare oltre 600 ore di servizi sociali.

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