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Natale in Palestina: “Ci sentiamo liberi per una volta, ma l’occupazione non è finita”

Mentre a Betlemme si celebra la nascita di Gesù, ad Haifa l’esercito israeliano fa irruzione in una festa di Natale, intanto a Gaza si continua a morire sotto le bombe.
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La messa di ieri notte all’interno della Chiesa della Natività
La messa di ieri notte all’interno della Chiesa della Natività

Un cumulo di macerie, il nulla tutto intorno, un cappellino rosso di Natale, queste sono le immagini che arrivano da Jabalya, Gaza, il giorno di Natale. A pochi chilometri di distanza più a nord, nel Cuore della cristianità, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa sta celebrando la messa delle 10; quella più piccola, per la parrocchia della Chiesa della Natività.

"In questa Terra Santa proclamiamo la gioia, che la luce possa brillare nel buio, il buio non è ancora stato superato. Santo Natale a tutti voi, alla Terra Santa, alla chiesa e a tutto il mondo", risuonano le sue parole tra le navate. Ieri è stato accolto da un fiume di gente, il Patriarca Latino di Gerusalemme. Per cinque ore hanno sfilato più 23 gruppi di scout in festa per la prima volta dopo due anni.

“Siamo felicissimi di essere tornati qui a suonare dopo due anni, ma la guerra non è mai finita, già prima del sette ottobre c'era già la guerra, c'era l'occupazione, abbiamo sempre vissuto così ”, racconta a Fanpage.it Angy, diciottenne di Betlemme. Qui però oggi non si respira l'oppressione dell'occupazione. "Ci sentiamo liberi per una volta, dopo un lungo periodo", continua la giovane.

Le celebarazioni del Natale a Betlemme
Le celebarazioni del Natale a Betlemme

Eppure mentre a Betlemme si festeggia per un giorno di libertà ad Haifa la polizia israeliana ha arrestato un uomo palestinese vestito da Babbo Natale durante un raid dell'esercito ad una festa di Natale. La polizia ha disperso con la forza i festeggiamenti organizzati dai cittadini cristiani palestinesi di Israele nel quartiere Wadi Nisnas e ha confiscato l'attrezzatura dall'evento e arrestato tre persone. Tutto senza alcun motivo se non un “disturbo dell'ordine pubblico", come ha dichiarato la polizia israeliana.

"Haifa è considerata una città di convivenza fino al 7 ottobre. Le regole del gioco sono cambiate negli ultimi due anni", ci spiega un residente di Haifa che preferisce rimanere anonimo, “gli arabi di Haifa sono divisi in due comunità, cristiani e musulmani. Domenica scorsa, 21 dicembre 2025, la polizia ha fatto irruzione in una piccola attività commerciale e in una famiglia che aveva un altoparlante con musica natalizia", continua.

E poi ancora: "Sebbene questa festività dovrebbe essere una gioia per l'intera comunità cristiana, la polizia ha usato la forza fino al punto di picchiare le persone che erano venute a festeggiare con le loro famiglie e i loro bambini. La questione si è trasformata in una repressione della comunità cristiana sotto ogni aspetto, non solo durante queste festività, ma anche nella vita quotidiana. La polizia israeliana è diventata più razzista non solo nei confronti degli arabi musulmani, ma anche dei cristiani".

"Il problema del razzismo contro i cristiani – conclude – sta diventando ogni giorno più grave, spingendo molti residenti a lasciare la loro terra per andare all'estero".

Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa ieri a Betlemme.
Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa ieri a Betlemme.

Così in Palestina, qui dove Gesù è nato, anche festeggiare diventa un atto di resistenza.

“Mentre noi qui festeggiamo a Gaza si continua a morire”, commenta Mohamed, un residente di Hebron venuto apposta a Betlemme, “ma dobbiamo continuare ad andare avanti, dobbiamo resistere”.

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