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Migranti, Juncker: “È il tempo dell’umanità, l’Europa deve agire”

Il Presidente della Commissione Europea esorta gli Stati: “Mettiamoci nei loro panni: quanto pagheremmo per rifarci una vita? Abbiamo i mezzi e gli strumenti per aiutare chi fugge da guerra e oppressione. L’asilo politico è un diritto”.
A cura di Antonio Palma
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"Per l'Europa non è più il momento di vuoti discorsi, è il momento della sincerità. L'unione non versa in buone condizioni. Manca l'unione e manca anche l'Europa". Così il Presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha aperto il suo primo discorso sullo stato dell’Unione davanti al Parlamento europeo. Un discorso dai toni dai toni per nulla tranquilli e accomodanti per latro interrotto più volte dalle polemiche di alcuni parlamentari. "L'Europa deve reagire, l'Unione deve cambiare" ha proseguito Juncker, ricordando: "È il tempo di un’azione audace e concentrata di Ue, Stati membri e istituzioni. Chi critica l’integrazione europea deve riconoscere che questo è un luogo di pace e stabilità e di questo dobbiamo andare orgogliosi". Punto centrale del discorso la questione migranti per la quale proprio oggi verrà presentato il piano approvato dai commissari europei. "Ora la priorità è affrontare l’emergenza dei profughi. È una questione di umanità e dignità. Siamo di fronte a numeri spaventosi, ma dobbiamo reagire" ha affermato infatti il presidente della Commissione Ue, aggiungendo: "Del resto, la nostra storia, la storia di noi europei, è la storia di rifugiati. E stiamo parlando non di secoli fa, ma di pochi anni fa".

Sulle modalità di accoglienza, Juncker ha esortato gli stati membri a rispettare le regole. "Abbiamo degli standard comuni europei per l’accoglienza dei rifugiati e per l’asilo, e per definire se le persone hanno diritto a ricevere la protezione internazionale. Ma questi standard vanno applicati e rispettati dagli Stati" ha sottolineato infatti Juncker. "È vero che il numero dei rifugiati che giungono in Europa è senza precedenti, ma si tratta pur sempre dello 0,11% della popolazione dell’Unione europea. In Libano rappresentano il 25% della popolazione, un Paese che ha un quinto del nostro livello di benessere" ha insistito il Presidente della commissione, aggiungendo: "È necessaria un’agenda comune per agire: l’Italia, la Grecia e l’Ungheria non devono essere lasciati soli, ci sono 160mila profughi che da lì vanno ridistribuiti". "La Commissione Ue propone un meccanismo di redistribuzione permanente che ci permetterà di affrontare situazioni di crisi in modo più agevole in futuro" ha poi annunciato Juncker ricordando: "Invecchiamo, abbiamo bisogno di nuovi talenti, che arrivino da ogni parte del mondo".

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"Fino a che ci saranno problemi in Libia e la guerra in Siria questa situazione non cambierà, ma nessun muro o barriera o mare fermerà chi fugge dall’Is. Bisogna evitare la demagogia. Mettiamoci noi nei loro panni: quanto pagheremmo per rifarci una vita? Abbiamo i mezzi e gli strumenti per aiutare chi fugge da guerra e oppressione. L’asilo politico è un diritto" ha insistito Juncker, invitando i Paesi membri ad approvare le nuove proposte della Commissione. "Schengen non verrà abolito da questa commissione, ma rafforzeremo i confini esterni. Bisogna cambiare il trattato di Dublino, la prima regola deve essere la solidarietà: rafforziamo Frontex, certo costa, ma la Commissione ritiene che siano soldi ben spesi, vorremmo arrivare a una guardia costiera di confine efficace entro la fine di quest’anno e creare canali di immigrazione legali contro la tratta di esseri umani" ha concluso il Presidente.grant

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