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Migranti, caos a Calais: lotta per salire sui tir diretti in Gran Bretagna

Scene di caos in Francia dopo che uno sciopero dei lavoratori ha bloccato il porto e l’accesso al passaggio sotto la Manica facendo formare lunghe file di tir.
A cura di Antonio Palma
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Dopo la situazione di Ventimiglia al confine con l'Italia nuove difficoltà per la Francia alle prese con i migranti. Nelle scorse ore infatti vere e proprie scene di caos si sono vissute a Calais, cittadina sulla Manica dove partono i mezzi per la Gran Bretagna. Decine di extracomunitari irregolari che popolano i campi profughi nella periferia della città infatti hanno dato vita ad un vero e proprio assalto a camion e furgoni parcheggiati in lunghe file in attesa di raggiungere la costa britannica, tentando di nascondersi a bordo. La confusione è stata agevolata dallo sciopero dei marinai francesi della società che assicura i collegamenti in traghetto verso Dover che hanno occupato l'autostrada e anche l'ingresso del tunnel ferroviario sotto la Manica. Tutti i treni Eurostar che collegano Londra a Bruxelles e Parigi attraverso il tunnel sono stati sospesi e la polizia è intervenuta a più riprese

Si è trattato di un'occasione irripetibile per i tanti immigrati che stazionano da mesi a Calais ce che infatti hanno provato a salire illegalmente sui mezzi, che attendono di essere imbarcati sui treni-shuttle e sulle navi. La Bbc ha parlato anche di "risse e lotte" fra gli immigrati per cercare di accaparrarsi i posti migliori su camion e furgoni Secondo le autorità francesi, al momento circa 3mila immigrati stazionano a Calais in attesa di entrare nel Regno Unito e nel 2014 ben 19mila tentativi di ingressi illegali sono stati sventati.

Intanto l'Ungheria ha annunciato la sospensione unilaterale della normativa che regola le richieste di asilo politico nell'Unione europea, invocando la "protezione degli interessi ungheresi". "La barca è colma, per ragioni tecniche sospenderemo l'accorso a tempo indeterminato, finché le strutture non saranno state adeguate", ha detto il portavoce governativo spiegando che Budapest non accoglierà più i richiedenti asilo già registrati come tali in altri Stati membri dell'Unione. Immediate è stata la reazione di Bruxelles, con la Commissione Ue che ha chiesto immediati chiarimenti all'Ungheria già sotto osservazione per la costruzione del muro anti immigrati

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