Margaret Thatcher non usò denaro pubblico per ritrovare il figlio disperso

Da documenti riservati che risalgono al 1982 viene fuori che Margaret Thatcher pagò di tasca sua, per non pesare sui contribuenti britannici, le operazioni per ritrovare suo figlio Mark, il 28enne che si perse per ben sei giorni nel deserto del Sahara mentre partecipava alla Parigi-Dakar. Secondo questi documenti, declassificati dopo 30 anni dagli archivi nazionali di Kew, la Lady di ferro avrebbe pagato circa 5000 sterline attuali per fare in modo che suo figlio fosse ritrovato. Quella vicenda fu particolarmente dispendiosa, la ricerca del giovane Thatcher fu uno sforzo internazionale: per trovarlo i francesi misero a disposizione un aereo con il fondo di vetro e altri velivoli, mentre gli algerini contribuirono con quattro aerei e un elicottero. Mark fu ritrovato dopo sei giorni dall’aeronautica algerina.
Il figlio della Thatcher fu ritrovato dopo 6 giorni nel Sahara – La Thatcher, in quella occasione, scrisse di dover pagare “le 1191 sterline” chiedendo anche a chi dovesse essere intestato l’assegno: “In questo modo potremo dire che nessun costo extra è stato coperto dai contribuenti britannici”. Da quanto emerge, in totale il premier versò circa 1785 sterline. Agli algerini, invece, il premier avrebbe lasciato l’onere della “libera fornitura di bevande a tutti quanti dopo l’arrivo di Mark Thatcher all’albergo” dove era andato per ricongiungersi con il padre Denis. Quando, grazie agli sforzi internazionali, il figlio della Thatcher fu ritrovato, il governo si preoccupò di un’altra questione e cioè se il giovane potesse cedere alla tentazione di vendere quella storia ai giornali. Una tentazione da evitare, appunto, in vista delle spese incontrate per il suo ritrovamento.