Madre e tre bambini morti nel rogo in Regno Unito: “Ad incendiare la casa l’ex geloso della sorella”

La notte in cui la vita di un’intera famiglia è stata inghiottita dalle fiamme, tutto è iniziato con un gesto di vendetta, un atto che la giuria ha interpretato come un’esplosione di gelosia, alcol e droga trasformata in pura devastazione.
Bryonie Gawith, 29 anni, e i suoi tre bambini — di nove, cinque e due anni — dormivano nella loro casa di Westbury Road, a Bradford, quando, nelle prime ore del 21 agosto, qualcuno ha bussato alla porta del destino con brutale violenza. Secondo l’accusa, quel qualcuno era Sharaz Ali, 40 anni, senza fissa dimora, affiancato dal suo associato, Calum Sunderland, 26 anni. Entrambi oggi rispondono dell’omicidio della donna e dei suoi figli, e del tentato omicidio di Antonia Gawith, sorella di Bryonie ed ex compagna di Ali.
Un terzo imputato, Mohammed Shabir, 45 anni, che avrebbe dovuto sedere con loro sul banco degli accusati, non ha mai affrontato la giustizia: è morto il mese scorso, stroncato da un attacco cardiaco dopo un malore in carcere.
Un atto nato dalla gelosia, alimentato dalla rabbia
Davanti alla Corte di Doncaster, il procuratore David Brooke KC ha delineato un quadro inquietante: Sharaz Ali, ha affermato, era "mosso dalla gelosia e alimentato da alcol e droga" quando ha deciso di colpire l’abitazione dove Antonia aveva trovato rifugio. Per l’accusa, il suo obiettivo era chiaro: "prendersi la sua vendetta" senza curarsi delle vite che avrebbe travolto.
Nel cuore della notte, poco prima delle 2 del mattino, Ali e Sunderland avrebbero guidato da Keighley verso Bradford, facendo una tappa inquietante lungo il tragitto: l’acquisto di una tanica da sette litri di benzina. Un dettaglio che pesa come una condanna morale. Le immagini del campanello di casa avrebbero ripreso Ali mentre ordina a Sunderland, che porta benzina e accendino, di "sfondare la porta". Sunderland esegue, poi corre verso l’auto, mentre Ali entra nell’abitazione.
Secondo l’accusa, è in quel momento che versa la benzina e appicca il fuoco. Ma anche lui, imprigionato nella furia che aveva scatenato, rimane intrappolato nell’edificio. La polizia lo trascina fuori, gravemente ustionato.
Un’unica sopravvissuta: la sorella di Bryonie
Antonia Gawith riesce a scappare. Sua sorella Bryonie e i tre bambini, invece, non trovano via di fuga. Le fiamme divorano la casa e tutto ciò che conteneva: oggetti, ricordi, vite intere.
Alla giuria è stato ricostruito anche il contesto di quella notte. Ali e Antonia avevano condiviso sette anni di relazione, descritta in aula come "abusiva" e aggravata dal suo consumo di alcol. Più volte Bryonie aveva incoraggiato la sorella a lasciarlo. E ad agosto, durante una vacanza insieme, Antonia aveva finalmente trovato il coraggio di separarsi, dopo l’ennesima telefonata ubriaca trasformata in lite.
Aveva deciso di restare qualche giorno a casa di Bryonie mentre Ali lasciava la loro abitazione. Ma lui non aveva accettato la rottura: continuava a chiamare, a inviare messaggi, talvolta con toni aggressivi non solo verso Antonia ma anche verso la sorella. Quella notte, poco dopo mezzanotte, le aveva scritto chiedendo l’orario in cui finiva di lavorare, continuando poi con messaggi sempre più minacciosi.
Poche ore dopo, la casa era in fiamme.
Ali e Sunderland negano ogni accusa. Il processo è ancora in corso.