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Macron Presidente è la vittoria del progresso sul populismo nostalgico

Emmanuel Macron con il 65% dei voti è l’VIII Presidente della V Repubblica Francese. Il leader di En Marche! ha battuto Marine Le Pen.
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Emmanuel Macron è il nuovo Presidente della Francia. Il giovane fondatore del movimento En Marche! è riuscito in un'impresa che ha dello storico. Solo un anno fa non aveva un partito e nessuno avrebbe scommesso su una sua discesa in campo. Eppure c'è riuscito, è arrivato fino all'Eliseo con un messaggio che è agli antipodi non solo rispetto a Marine Le Pen ma a qualsiasi politico europeo.

Macron non ha mai arretrato, ha sempre avuto il coraggio dell'onestà. Il coraggio di dire la verità a qualsiasi costo. E' stato criticato per questo, è stato odiato per questo ma non ha mai ceduto il passo. Non ha mai mentito agli operai bretoni o ch'ti. Non ha mai promesso un ritorno all'industria pesante, è sempre stato fedele a sé stesso, al suo messaggio progressista.

Non ha gettato fumo negli occhi promettendo di tornare ad una Francia protezionista. Ha affrontato allevatori e agricoltori spiegando loro l'importanza delle esportazioni francesi nel comparto caseario e ortofrutticolo, esportazioni che sarebbero molto inferiori in caso di chiusura delle frontiere.

Macron ha avuto il coraggio del suo pensiero. Un pensiero progressista che non guarda a un passato bucolico ma a un futuro da costruire. Nessun altro politico europeo ha il coraggio di abbandonare la nostalgia. Nessun altro politico europeo ha avuto il coraggio di parlare sempre e solo di futuro e non di un passato in cui stavamo meglio.

E' intorno a questo coraggio che il movimento progressista europeo deve ricompattarsi. E' intorno a questo messaggio che bisogna costruire un nuovo mondo che non guarda sempre e solo al passato. L'anticorpo alla retorica dell'asse Trump/Le Pen è il progresso, è il coraggio di dire che certi lavori non esisteranno mai più questo non vuol dire che non ci sarà più lavoro o reddito. Il coraggio di dire che la competizione è globale, dura ma non per questo  più dura di quella nazionale degli anni '60. Il coraggio di combattere per un'Europa unita e, perché no, federale. Un'Europa che guarda avanti per continuare a essere l'attore socialdemocratico che ha sempre lottato per i diritti di chi ha meno.

L'importanza della vittoria di Macron è tutta qui, nel coraggio di non aver mentito promettendo un ritorno al passato (che non può tornare) ma nell'aver affrontato le sfide del futuro a testa alta. Chapeau President Macron. L'Europa ha bisogno di uomini come lei, pronti a dire la verità costi quel che costi. Perché il populismo non si sconfigge scendendo nel suo terreno ma solo con il coraggio dei fatti, della verità.

Le bugie del populismo si battono rischiando anche di perdere qualche voto perché la verità è sempre scomoda ed è difficile da accettare. Ecco qual è la vera sfida dei progressisti europei: c'è bisogno di politici che abbiano il coraggio della verità. Di politici che guardano al passato non abbiamo più bisogno.

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Ex direttore d'AgoraVox, già professore di Brand Strategy e Comunicazione Pubblicitaria Internazionale presso  GES -  Grandes Écoles Spécialisées di Parigi. Ex Direttore di Fanpage.it, oggi Direttore di Deepinto.
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