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L’Unione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro la Polonia

Sono le decisioni della Corte costituzionale polacca, che violano il primato del diritto comunitario su quello nazionale, il motivo per cui la Commissione europea ha deciso di aprire una procedura d’infrazione contro il Paese.
A cura di Annalisa Girardi
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La Commissione europea ha deciso di aprire una procedura d'infrazione contro la Polonia. Il motivo? Le decisioni della Corte costituzionale polacca che violano il primato del diritto comunitario su quello nazionale. Ad annunciarlo è stato il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni. L'esecutivo dell'Ue ha deciso di avviare la procedura d'infrazione viste le "preoccupazioni gravi sulla recente giurisprudenza della Corte costituzionale polacca". In particolare, la Commissione ritiene che "la Corte abbia violato l'articolo 19.1 del Trattato dell'Ue in due recenti decisioni", facendo perdere una serie di tutele ai cittadini che si trovano di fronte ai tribunali polacchi.

La Commissione apre la procedura d'infrazione, cosa succede ora

"Riteniamo anche che la Corte non risponda più ai requisiti di un tribunale indipendente e imparziale sancito dal diritto, come richiesto dal trattato. La Polonia avrà due mesi per rispondere a questa lettera di notifica", ha sottolineato il commissario. Ora la Polonia ha due mesi di tempo per rispondere alla lettera ricevuta da Bruxelles, nella quale la Commissione le chiedeva di uniformarsi al diritto dell'Ue. La quale, ha specificato Gentiloni "è una comunità di valori fondata sul diritto e i diritti degli europei, che devono essere protetti a prescindere da dove vivano".

La richiesta del Parlamento europeo

Già lo scorso ottobre il Parlamento europeo aveva approvato una proposta di risoluzione per chiedere alla Commissione e al Consiglio di aprire l'azione legale contro la Polonia e di rifiutarsi al tempo stesso di approvare il Recovery plan polacco. Alcuni eurodeputati avevano parlato di "un attacco alla comunità europea" nel suo complesso e avevano attaccato il primo ministro accusandolo di utilizzare "indebitamente il potere giudiziario come strumento per realizzare la propria agenda politica".

I parlamentari europei avevano quindi concluso che una procedura d'infrazione contro Varsavia fosse necessaria a causa della "legislazione sul "Tribunale costituzionale" illegittimo, la sua composizione illegale e il suo ruolo nell'impedire il rispetto delle sentenze della CGUE, chiedendo alla CGUE di imporre misure provvisorie".

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