L’Ungheria cambia la Costituzione e dice no all’accoglienza dei migranti economici

Il parlamento ungherese ha approvato, con 180 voti favorevoli e appena 18 contrari, la modifica della Costituzione che impone una stretta sulle richieste d'asilo politico e inserisce il divieto di accogliere i migranti economici. Fondamentale il sostegno del partito Fidesz del primo ministro conservatore Viktor Orban e quello dei suoi alleati di Jobbik, una formazione di estrema destra. Viktor Orban, primo ministro del paese, con questa mossa ha tentato di blindare il rifiuto alle quote obbligatorie Ue. Nel testo di modifica della carta costituzionale si legge: "Collocare cittadini stranieri sul territorio del paese è vietato, salva l'autorizzazione del Parlamento". Forte di un'ampia maggioranza ottenuta alle ultime elezioni, Orban può cantare vittoria nonostante giuristi ed esperti lo abbiano avvertito che il diritto internazionale prevale su quello nazionale.
La modifica della Costituzione arriva pochi giorni dopo l'affossamento della riforma del regolamento di Dublino, proprio in opposizione alla redistribuzione dei migranti. A gennaio, invece, sempre Orban aveva proposto una legge che criminalizza chi offre lor aiuto. Pena per i trasgressori: un anno di carcere. Il pacchetto pronto per l'approvazione contiene anche un passaggio sull'obbligo "di difendere la cultura cristiana" del Paese, senza però precisare cosa questo significhi. La norma approvata ieri prevede il respingimento di tutti i migranti economici, ovvero di coloro che non provengono da un Paese dove non sono stati perseguitati o minacciati. Si tratta di una strategia che consentirà di respingere chiunque dato che chi arriva da Medioriente e Asia entra in Ungheria dalla Serbia. "Cercare asilo è un diritto umano fondamentale, non è un crimine", aveva affermato Pascale Moreau, direttore dell'ufficio europeo dell'Unhcr. "Siamo particolarmente preoccupati dal fatto che il governo si rivolga a coloro che, in un ruolo puramente umanitario, aiutano le persone che chiedono asilo". Come se non bastasse nelle prossime settimane il parlamento ungherese potrebbe votare una nuova stretta contro le associazioni che si occupano di accoglienza di migranti, introducendo una tassa del 25 per cento ai danni delle associazioni umanitarie.