Londra: l’italiana costretta al cesareo per la Corte “Non doveva sapere”

Alessandra Paccheri, la 35enne a cui le autorità inglesi hanno sottratto la bimba dopo averla costretta ad un parto cesareo, non era stata messa a conoscenza di nulla di ciò che gli sarebbe accaduto. A rivelarlo come scrive Repubblica, un documento presentato dai legali della donna in cui si dice che Alessandra non doveva essere informata sul taglio cesareo che avrebbe subito e sul fatto che il figlio le sarebbe stato tolto almeno per 72 ore. “I termini di questo ordine non dovranno essere rivelati alla paziente finché tutte le procedure mediche non siano state completate” è quanto scritto al punto 5 dell'atto sottoscritto dal giudice Justin Mostyn il del 23 agosto 2012. Documento questo che va ad avvalorare le parole della 35enne che ha sempre sostenuto di non essere stata informata di nulla. La decisione di non mettere al corrente la donna di quello che le sarebbe accaduto fu presa all’unanimità in un’udienza in cui oltre al giudice erano presenti la signora Burnham, in rappresentanza del servizio sanitario dell’Essex, e il signor Lock, in qualità di tutore della paziente.
Il tutore della paziente d’accordo sul cesareo forzato e nel tenere all’oscuro la 35enne, in base a quanto si legge nel documento fornito dai legali della donna, mostra dei dubbi solo sull’allontanamento del bimbo. “Mi preoccupa la proposta dell'autorità locale di utilizzare poteri di polizia per portarle via la neonata. Crediamo che la cura a cui è sottoposta funzionerà e c'è la possibilità che possa recuperare la capacità di badare alla figlia” aveva spiegato il tutore, ma il giudice su questo punto lo rassicura: “Non ho giurisdizione su questo nascituro. Sarebbe un po' drastico avere la polizia al momento del parto. Comunque nessun bambino può essere tenuto sotto protezione della polizia per più di 72 ore”. In realtà le cose sono andate diversamente e quindi anche su questo i legali della donna chiedono dei chiarimenti.