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Lockdown rafforzato in Israele per contenere il Covid: stop dei voli, aperti solo market e farmacie

Nuova stretta di Israele per fermare la diffusione del contagio da Coronavirus: da domani, venerdì 25 settembre, e fino al prossimo 11 ottobre, entreranno in vigore misure ancora più stringenti di quelle stabilite nei giorni scorsi, quando il Paese aveva annunciato il secondo lockdown a causa della pandemia: chiusura delle sinagoghe, stop ai voli in partenza e divieto di manifestazione.
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A cura di Ida Artiaco
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Nuova stretta di Israele per frenare la diffusione del contagio da Coronavirus: a partire da domani, venerdì 25 settembre e fino al prossimo 11 ottobre, al termine delle festività ebraiche, sarà infatti rafforzato il lockdown partito la scorsa settimana, con misure ancora più stringenti per contenere la trasmissione del nuovo virus. Tra queste, stop ai voli in partenza, chiusura delle scuole e di tutte le attività economiche ad eccezione di supermercati e farmacie. La decisione è arrivata in nottata dopo un lunga riunione nella quale si sono registrati profondi dissidi tra i ministri del Gabinetto di governo per la lotta alla pandemia, soprattutto per quanto riguarda la spinosa questione della chiusura dei luoghi di culto e sulla restrizioni delle manifestazioni. Lo stesso Commissario Ronni Gamzu, secondo i media, ha caldeggiato interventi più leggeri di quelli poi decisi dall'esecutivo di Benyamin Netanyahu per timore di forti ripercussioni sull'economia. "Dobbiamo ridurre il tasso di infezione e salvare quante più vite possibile", ha detto il premier.

Ora tocca alla Knesset approvare il pacchetto di misure. Nello specifico, per quanto riguarda le funzioni di culto, aspetto questo difeso ad oltranza dai partiti religiosi, le sinagoghe chiuderanno a partire da venerdì ma potranno aprire solo per le cerimonie di Kippur, il giorno più importante del calendario ebraico, e con numero di persone limitato. L'aeroporto Ben Gurion resterà chiuso ai voli in partenza fino alla fine delle festività. Previsto anche il blocco delle manifestazioni al di là di un chilometro dalla propria abitazione e in non più di 20 persone. I ristoranti resteranno aperti solo per le consegne a casa. Misure, dunque, ancora più stringenti rispetto a quelle entrate in vigore nei giorni scorsi, quando Israele era stato il primo paese al mondo a decidere un secondo lockdown. La situazione d'altronde è chiara: gli analisti fanno notare che ci sono voluti sei mesi perché il Paese superasse i 100mila casi totali dall’inizio della pandemia e solo 32 giorni perché raddoppiassero. In questo momento qui si registra uno dei più alti numeri al mondo di nuove infezioni in ventiquattro ore, circa 7mila, con un tasso di morbilità di poco meno del 12%. I morti sono 1316, oltre il 60 per cento da agosto in avanti. Intanto, con le terapie intensive al limite, il ministro della Difesa ha dato ordine di costruire ospedali da campo.

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