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Lo “stealthing” punito in California: togliere il preservativo senza consenso diventa illegale

Chi compie lo stealthing, ovvero la rimozione non consensuale del preservativo durante un rapporto sessuale può ora essere perseguito civilmente e finire in tribunale. Accade negli Usa, in California, dove è stato approvato il disegno di legge firmato dalla deputata Cristina Garcia che commenta: “Penso ancora fermamente che questo reato debba essere inserito nel codice penale – ha continuato Garcia – quando parliamo di consenso violato, parliamo sempre di stupro e aggressione sessuale. Ma questo è un primo importante passo”.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio (Getty)
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La strada è ancora lunga per il riconoscimento penale di questo che a tutti gli effetti è un reato, ma una piccola vittoria le donne americane l'hanno ottenuta grazie alla legge che in California, negli Usa, riconosce, almeno civilmente, l'illecito di "stealthing", ovvero la rimozione del preservativo durante un rapporto sessuale senza il consenso del partner. Un reato piuttosto comune anche se poco noto di cui sono tante le vittime che rischiano non solo una gravidanza indesiderata ma anche la trasmissione di malattie sessuali.

Per questo ora in California, grazie al disegno di legge approvato la scorsa settimana dal governatore Gavin Newsom, chiunque ne sia vittima potrà essere risarcito dal suo aggressore che potrà essere citato in giudizio dalla sua vittima. Si tratta di una vittoria importantissima per tantissime donne come spiegato dalla deputata firmataria del disegno di legge, Cristina Garcia: "Volevamo assicurarci che lo  stealthing non fosse solo immorale, ma illegale". Garcia ha lavorato per anni su questa normativa che sia nel 2017 che nel 2018 aveva carattere penale e che invece ora grazie al fatto di costituirsi solo come illecito civile è stata approvata senza alcuna opposizione. "In realtà credo ancora fermamente che questo reato debba essere ascritto nel codice penale – ha continuato Garcia – quando parliamo di consenso violato, parliamo di stupro e aggressione sessuale". La strada dunque è ancora lunga e l'obiettivo per Cristina Garcia resta il riconoscimento dello stealthing come reato sessuale ma questa legge è un primo passo per le rivendicazioni civili delle vittime o dei sopravvissuti, come vengono definite le donne vittime di moleste negli Usa.

Dietro questa proposta di legge c'è però un altro nome, quello di Alexandra Brodsky che ha coniato il termine stealthing e che nel 2017, da studentessa, ha firmato una ricerca presso l'Università di Yale proprio su questo tema. Brodsky oggi lavora come avvocato per i diritti civili ed è autrice di Sexual Justice nel quale ha raccolto molte testimonianze di persone vittime di stealthing: tutte hanno raccontato la loro paura di essere venute a contatto con infezioni trasmesse sessualmente o della possibilità di gravidanze indesiderate, alla base però il comune denominatore è un sentimento di violazione e tradimento. Un documento del 2019 pubblicato dalla National Library of Medicine ha rilevato che il 12% delle donne di età compresa tra 21 e 30 anni ha raccontato di essere stata vittima di stealthing. Mentre un altro studio del 2019 ha rilevato che quasi il 10% degli uomini ha riferito di aver rimosso un preservativo durante il sesso senza il consenso dell'altra persona.

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