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Libia, trafficante costringeva migranti a giocare a calcio: chi perdeva assisteva a stupro delle mogli

Costringeva i migranti a giocare a calcio: la squadra perdente doveva assistere a violenze di gruppo sulle mogli, sulle figlie e sulle sorelle. Sono solo alcune delle torture che Kidane Zekarias Habtemariam infliggeva ai migranti nei centri di detenzione libici. L’uomo è fuggito da un carcere in Etiopia nel febbraio del 2020. Attualmente è ricercato anche in Olanda.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Costringeva i migranti a partecipare a partite di calcio che erano vere e proprie sfide al massacro. Le mogli, sorelle o figlie della squadra perdente venivano violentate mentre i giocatori che sbagliavano in campo rischiavano la fucilazione. Sono accuse agghiaccianti quelle mosse a Kidane Zekarias Habtemariam, uno dei contrabbandieri di esseri umani più crudeli del mondo. Il carceriere libico si occupava di far spostare i migranti dalla Libia all'Olanda ed è scappato a febbraio da una prigione in Etiopia. Ora è ricercato anche in Olanda.

A raccontare le indicibili torture Meron Estefanos, attivista per i diritti umani e presentatore radiofonico in Olanda. Durante il suo programma nel quale i rifugiati raccontano le loro storie nei centri di detenzione in Libia, ha raccolto diverse testimonianze su Kidane, considerato uno dei personaggi più temibile nei centri di detenzione libici. L'uomo era soprannominato "il re di Bani Walid" conosciuta come città fantasma a causa dell'elevato numero di migranti che spariscono senza lasciare traccia. Qui, secondo le Nazioni Unite, avverrebbero la maggior parte dei traffici di esseri umani: le persone in cerca di un rifugio, spesso provenienti dall'aAfrica, vengono vendute come schiave agli agricoltori. Per anni le autorità non sono riuscite ad individuare Kidane che a differenza di altri scafisti non possiede profili sui social network. Non condivideva il numero di telefono con potenziali clienti tramite internet e si rendeva difficilmente rintracciabile. Per anni le forze dell'ordine non sono riuscite ad avere sue fotografie. Le sue vittime sono quelle sottoposte ai pestaggi peggiori, a frequenti sequestri e privazione di libertà. Moltissime non sopravvivono al viaggio verso l'Europa.

Uno dei migranti sopravvissuti e poi giunti in Olanda ha raccontato alla trasmissione radiofonica che Kidane, attualmente ricercato, era solito dividere le vittime in squadre per giocare a calcio. Chi sbagliava in campo veniva fucilato e la squadra perdente doveva assistere a violenze di gruppo da parte dei vincitori su mogli, figlie e sorelle. L'uomo è inoltre accusato di essere uno degli scafisti coinvolti nei maggiori naufragi degli ultimi anni: l'ultimo avvenuto nell'aprile del 2015 a largo di Malta. Morirono 750 persone tra cui un ragazzino appena 14enne del Mali che viaggiava verso l'Europa con la pagella che la madre gli aveva cucito nel giubbotto.

Il trafficante era stato arrestato nel marzo del 2020 mentre si trovava in un casinò. L'uomo era stato riconosciuto e poi segnalato da una delle sue ex vittime. All'arrivo della polizia ha cercato di corrompere gli agenti offrendo loro 500 dollari in cambio della libertà. I militari però lo hanno condotto in carcere e da qui è poi fuggito nel febbraio scorso.

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