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Libia, precipitato drone dell’Aeronautica italiana: “Perso il contatto. Indagini in corso”

Un drone dell’Aeronautica italiana è precipitato questo pomeriggio in territorio libico. La conferma è arrivata da una nota dello Stato Maggiore della Difesa , in cui si sottolinea che indagini sono in corso per verificare la dinamica di quanto successo. Il velivolo svolgeva una missione a supporto dell’operazione Mare Sicuro.
A cura di Ida Artiaco
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Lo Stato Maggiore della Difesa ha annunciato che oggi è stato perso il contatto con un velivolo a pilotaggio remoto dell'Aeronautica Militare italiana, che è poi precipitato sul territorio libico. Si tratta, in altre parole, di un drone che svolgeva una missione a supporto dell'operazione Mare Sicuro e che seguiva un piano di volo preventivamente comunicato alle autorità libiche. Si ricordi che il dispositivo non è dotato di armi, ma sorveglia la zona con il solo scopo di raccogliere informazioni.

Sono in corso approfondimenti per accertare le cause dell'evento, conclude la nota della Difesa, ma al momento "l'ipotesi prevalente è che si tratti di un incidente provocato da un problema tecnico". Lo hanno detto all'Ansa fonti italiane qualificate, secondo cui "è ancora presto per dare una risposta definitiva, ma questa è l'ipotesi più accreditata".

"Esclusa l'ipotesi di abbattimento"

Le notizie al momento disponibili sull'incidente sono confusionarie, alcuni parlano addirittura di abbattimento. Secondo il sito Africagate, il velivolo sarebbe caduto nei pressi della città di Tarhuna, a circa 80 chilometri a sud di Tripoli, dove si trova la base della milizia Settima brigata.  Sempre secondo la stampa locale, l'aereo telecomandato sarebbe stato abbattuto dalle forze del maresciallo Haftar mentre sorvolava la zona, dove da giorni combattono le fazioni rivali del conflitto civile libico. Il velivolo sarebbe stato scambiato per uno dei droni turchi in dotazione al governo Serraj, l'unico riconosciuto dall'Onu e sostenuto anche dall'Italia. Tuttavia, sempre secondo fonti italiane, le forze del generale Haftar, che hanno rivendicato l'azione, non avrebbero tecnologie in grado di colpire un aereo che, come il Predator, vola a circa 20.000 piedi di quota

Cosa sono i predator

I rottami, le cui foto sono state esaminate dal sito specializzato Italmiradar, sembrerebbero quelli di un Predator. Le ali sono apparse intatte, mentre la zona del motore è distrutta e carbonizzata. Prodotto negli Usa, è lungo poco più di dieci metri e ha un'apertura alare di venti metri ed p stato il primo drone operativo per missioni di ricognizione e di attacco al suolo. Inoltre, il generale Mabrouk Al-Ghazaw, comandante delle truppe di Haftar in quel settore, ha parlato di un drone abbattuto dalla contraerea dei suoi reparti.

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