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Guerra in Ucraina

L’ex deputata che torna in Ucraina per combattere i russi: “Se cadiamo noi ogni Paese è a rischio”

Virginia Dronova, Segretaria internazionale di Solidarietà Europea, partito politico dell’ex presidente ucraino Petro Poroshenko, è partita dal Canada dove vive da due anni per andare in Ucraina e combattere contro le truppe russe.
A cura di Chiara Ammendola
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Con l'inizio del conflitto in Ucraina, Virginia Dronova, Segretaria internazionale e vice Segretaria generale di Solidarietà Europea, partito politico con il quale l'ex presidente ucraino Petro Poroshenko è salito al potere nel 2014, ha deciso di lasciare il Canada dove vive da due anni per tornare a Kiev dove è nata e cresciuta per prendere parte alla resistenza civile e militare contro le truppe russe. "Quello che stiamo subendo è un atto barbarico, ingiustificato e soprattutto non è, come dicono molti, frutto di una provocazione – ha spiegato a Fanpage.it da un rifugio di Lviv – voglio che il mondo sappia che nessun posto è sicuro in Ucraina, i missili russi possono raggiungere ogni posto: questa non è una guerra lontana, non sta accadendo altrove. Questa follia deve finire, se la Russia conquista il mio Paese, il resto del mondo sarà il prossimo".

Dove ti trovi in questo momento Virginia?
Sono in Ucraina, fino a due giorni fa ero a Kiev, poi sono dovuta andare via, perché i bombardamenti si sono intensificati, continuo a lavorare per la Ukranian Society in difesa del mio paese.

Eri in Canada fino a qualche giorno fa, poi hai deciso di tornare in Ucraina dopo l'inizio della guerra 
Sì, ho vissuto in Canada per due anni, poi circa otto giorni fa ho deciso di partire per tornare nel mio paese, l'Ucraina, dove sono nata e dove ho vissuto. L'ho fatto perché la mia gente aveva bisogno di me. Mi sono sempre occupata di politica e per questo ho capito subito che la situazione era drammatica e che sarebbe peggiorata col passare dei giorni: so che è pericoloso e che ho messo a rischio la mia vita ma ho deciso di partire comunque. La notte successiva al mio arrivo a Kiev, sono iniziati i bombardamenti nella città: erano le 5 del mattino quando abbiamo sentito le prime esplosioni. Quindi ho lasciato la mia casa e da quel giorno sono sempre in movimento, alternando giorni nei rifugi e nei vari luoghi dai quali stiamo organizzando la resistenza. Poi mi sono spostata verso ovest, e anche da qui cerco di fornire supporto materiale al nostro esercito e soprattuto cerco di informare la comunità internazionale di quanto sta accadendo.

Bombardamenti a Brovary, Kiev
Bombardamenti a Brovary, Kiev

Dove ti trovi ora? 
Ora sono a Lviv (Leopoli), ma anche qui la situazione si sta complicando. L'Ucraina è tutta sotto attacco. Le bombe sono ovunque, tutti noi dormiamo nei rifugi. Ma noi continuiamo la nostra battaglia, perché non vogliamo abbandonare il nostro Paese, quello che stiamo subendo è un atto barbarico, ingiustificato e soprattutto non è, come dicono molti, frutto di una provocazione. Queste cose non dovrebbero accadere nel 2022.

In che modo stai supportando il tuo Paese? 
Prima di trasferirmi in Canada sono stata Segretaria Nazionale del Partito Solidarietà Europea, uno dei principali partiti di opposizione in Ucraina. Stiamo coordinando l'informazione innanzitutto affinché tutti sappiano davvero cosa sta accadendo qui e soprattutto cerchiamo di fornire beni di prima necessità e risorse ai civili e ai militari che stanno combattendo contro l'esercito russo. Qui abbiamo bisogno di tutto.

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Cosa ti ha spinto a tornare in Ucraina? 
Ti racconto una storia: sono stata in Italia solo tre settimane fa perché mia madre ha vissuto in Italia per più di 20 anni, viveva a Livorno. Purtroppo è morta di Covid a fine gennaio e quindi sono venuta nel vostro Paese per dirle addio e poco dopo essere tornata in Canada, è scoppiata la guerra in Ucraina, ed è in quel momento che ho sentito il dovere, per lei, per noi che siamo partiti, di tornare a casa e combattere per la mia patria. Ho paura come tutti qui, ma se non difendiamo noi stessi ora cosa succederà dopo? Dobbiamo aspettare che 50 milioni di ucraini vengano uccisi? O che la Russia invada altri paesi europei? Noi dobbiamo fermare questa follia, questa barbarie, è nostro dovere fornire qualsiasi tipo di aiuto in questo momento.

Cosa pensi che debbano fare gli altri Paesi in questo momento? 
Ci sono passaggi decisivi che l'Unione Europea ma anche i singoli Stati possono fare. La Russia deve essere isolata, deve capire che questo follia ha delle conseguenze. La prima cosa da fa e è accogliere le migliaia di cittadini ucraini che lasceranno la propria casa: in molti hanno imbracciato le armi, sia donne che uomini, decidendo di restare qui e combattere per tutto il tempo necessario. Noi siamo delle vittime, non abbiamo attaccato nessuno, c'è un invasore che è venuto a casa nostra, dobbiamo resistere per difendere la democrazia e soprattutto perché se cadiamo noi allora tutti i Paesi occidentali possono subire la stessa sorte dell'Ucraina.

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Cosa ne pensi della mossa del presidente Zelensky che ha chiesto proprio ora l'ingresso nell'Unione Europea? 
La decisione formale non può essere presa in questo momento, ma un segnale politico deve essere lanciato per dimostrare che l'Ucraina fa parte dell'Occidente.

Hai perso qualcuno in questi giorni di battaglia?
Ci sono vittime e ce ne saranno ancora. La gente muore per le strade, uccisa. Il racconto dell'operazione militare speciale non è veritiera: i missili colpiscono case, siti civili, non hanno nessuna pietà. Ho amici nell'esercito, nella Difesa, temo per le loro vite, ma so anche molto bene che ogni giorno rischiano la vita. Io stessa impugnerei un'arma ma al momento forse servo più qui, però non escludo che possa accadere, anche domani magari. Ho lasciato tutto per venire qui e combattere per il mio Paese: è mio dovere farlo. Voglio che il mondo sappia che nessun posto è sicuro in Ucraina, i missili russi arrivano ovunque e non bisogna pensare che questa guerra sia qualcosa di lontano da noi. Questa follia deve finire, se la Russia conquista il mio Paese, il resto del mondo sarà il prossimo.

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