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Lettere d’amore aperte per la prima volta dopo 260 anni: straordinaria scoperta dell’Università di Cambridge

Scritte e inviate nella seconda metà del ‘700 ma mai arrivate a destinazione. Più di 100 lettere d’amore sono state studiate per la prima volta da quando furono scritte dal professor Renaud Morieux dell’Università di Cambridge. “I destinatari non le hanno mai ricevute, è stato molto emozionante”, ha raccontato lo studioso.
A cura di Eleonora Panseri
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Più di 100 lettere d'amore inviate nella seconda metà del ‘700, ma mai arrivate a destinazione, sono state aperte e studiate per la prima volta da quando furono scritte. Le missive, provenienti dalla Francia, risalgono al periodo della Guerra dei Sette Anni, durante il quale vennero sequestrate dalla Royal Navy britannica e portate all'Ammiragliato di Londra. Sono state conservate negli Archivi Nazionali di Kew e, dopo 260 anni di silenzio, sono tornate a parlarci.

Il merito è del professor Renaud Morieux, della Facoltà di Storia dell'Università di Cambridge e del Pembroke College, che ha trascorso mesi a decodificare le centinaia di antiche lettere, nelle quali ha trovato spunti su storie d'amore, vite, liti familiari di persone comuni, dagli anziani genitori di semplici soldati alle ricche mogli degli ufficiali, e nuove informazioni sulla condizione delle donne e dei lavoratori, così come sull'alfabetizzazione dell'epoca. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Annales. Histoire, Sciences Sociales.

“Ho ordinato la scatola solo per curiosità”, ha spiegato Morieux. “C’erano tre pile di lettere legate da un nastro. Le lettere erano molto piccole e sigillate, quindi ho chiesto all’archivista se potevano essere aperte e lui l’ha fatto. Ho capito di essere la prima persona a leggere questi messaggi molto personali da quando sono stati scritti. I destinatari previsti non hanno avuto questa possibilità. È stato molto emozionante".

In una di queste lettere nel 1758 Marie Dubosc, moglie di Louis Chambrelan, primo tenente della Galatée, nave da guerra francese, scrisse: "Potrei passare la notte a scriverti… Sono tua moglie fedele per sempre. Buona notte, mio caro amico. È mezzanotte. Penso che sia ora che riposi”. Non sapeva dove si trovasse suo marito, né che la sua nave fosse stata catturata dai britannici. Lui non avrebbe mai ricevuto la sua lettera e non si sarebbero mai più incontrati. Marie morì l’anno successivo a Le Havre, prima che Louis fosse rilasciato. Sappiamo che l'uomo nel 1761 si risposò, tornato sano e salvo in Francia.

“Non vedo l’ora di possederti”, scriveva invece Anne Le Cerf a suo marito, un ufficiale non in servizio sulla Galatée. Forse intendeva “abbracciarti”, ma anche “amarti”. Si firmò “Tua affettuosa moglie Nanette”, un tenero soprannome. Imprigionato da qualche parte in Inghilterra, Jean Topsent non avrebbe mai ricevuto la lettera d’amore di Nanette.

“Queste lettere parlano di esperienze umane universali, non sono uniche in Francia o nel XVIII secolo. Rivelano come tutti noi affrontiamo sfide importanti nella vita", ha aggiunto il professor Morieux. "Quando siamo separati dalle persone care da eventi al di là del nostro controllo, come la pandemia o le guerre, dobbiamo capire come rimanere in contatto, come rassicurare, prendersi cura delle persone e mantenere viva la passione. Oggi abbiamo Zoom e WhatsApp. Nel XVIII secolo, le persone avevano solo le lettere, ma ciò di cui scrivevano ci sembra molto familiare”.

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