La ‘vedova nera’ di Valencia, la vera storia dell’omicidio di Antonio Navarro Cerdan

Il 16 agosto 2017 un uomo venne trovato assassinato in un garage nel quartiere di Patraix, a Valencia. Si chiamava Antonio Navarro Cerdán, un ingegnere di 36 anni. Pochi mesi prima il 36enne aveva sposato María Jesús Moreno Cantó, infermiera di 28 anni, anche lei di Valencia.
Inizialmente, si pensò a una rapina finita male, l'uomo era stato ucciso con sette coltellate. Ma con il passare del tempo gli indizi raccolti portarono all'ipotesi dell'omicidio premeditato. E alla vedova. Il fatto, che sconvolse la città spagnola, arrivò al suo epilogo nel 2020, quando si tenne il processo e avvenne una rivelazione inaspettata.
La donna è stata condannata a 22 anni di carcere, insieme all'amante, riconosciuto come l'autore materiale del delitto e condannato a 17 anni. Entrambi sono tutt'oggi detenuti. Il caso della ‘vedova nera' di Valencia ha ispirato il film spagnolo ‘La viuda negra', diretto da Carlos Sedes e disponibile su Netflix dal 30 maggio.
La vera storia della vedova nera di Valencia
Ma perché l'ipotesi della rapina fu rapidamente scartata? Come emerse durante le indagini, gli effetti personali della vittima vennero trovati accanto al corpo e non furono riscontrati segni di effrazione.

Gli investigatori iniziarono quindi a svolgere ulteriori accertamenti e ascoltarono il racconto della moglie, María Jesús Moreno Cantó, detta "Maje". Pur sostenendo che il rapporto con Antonio fosse buono, lo descrisse come un uomo possessivo. Ma, a poco a poco, la sua testimonianza iniziò a mostrare diverse incongruenze.
E anche il suo comportamento venne ritenuto inusuale, non solo dagli agenti che la interrogarono, ma anche da molte persone che la conoscevano, in particolare dalla famiglia di Antonio Cerdán.
Perché María Jesús Moreno Cantó ha ucciso il marito
La polizia venne presto a scoprire che la donna aveva una lunga storia di infedeltà e questo elemento la rese la principale sospettata nel caso.
Dall'inchiesta infatti emerse che la 28enne conduceva una doppia vita: intratteneva almeno quattro relazioni parallele, tra cui una con un giovane di nome José e un'altra con Salvador Rodrigo Lapiedra, un collega di 20 anni più grande di lei, sposato e con una figlia.

È probabile che solo due degli amanti fossero a conoscenza dell'esistenza del marito. Uno era un fisioterapista con cui si vedeva prima di sposarsi, al quale aveva scritto: "Voglio che muoia, gli auguro il male, la pagherà cara". L'altro era il collega.
Fu proprio quest'ultimo, manipolato e convinto che la vittima fosse un ostacolo tra loro, a commettere il crimine . La chiave che porto al loro arresto fu una conversazione avvenuta in un bar, intercettata dalla polizia, dove la donna e l'uomo si erano incontrati per discutere dell'accaduto.
Le autorità scoprirono il luogo dell'incontro grazie ad alcune intercettazioni telefoniche. Il movente fu passionale per l'uomo ma totalmente economico per la donna.
Antonio Navarro infatti possedeva polizze assicurative sulla vita che María Jesús Moreno Cantó aveva già iniziato a gestire, oltre a una pensione di reversibilità e a una buona eredità.
Il processo per la morte di Antonio Navarro Cerdán: chi è stato condannato
Il 12 gennaio 2018 i due furono arrestati con l'accusa di omicidio ma l'uomo confessò il crimine scagionando l'amante, sostenendo di aver ucciso il 38enne per amore. Pochi giorni dopo, la polizia accompagnò Salvador nel luogo in cui aveva nascosto l'arma del delitto e sia lui che Maje furono posti in custodia cautelare in attesa del processo.
Durante questo periodo si scambiarono lettere per convincere la polizia che Maje fosse totalmente estranea a l'omicidio. Tuttavia, tutto cambiò quando Salvador venne a sapere che la donna aveva iniziato una relazione con un altro detenuto.

Decise quindi di cambiare la sua deposizione e così anche la donna venne incriminata. L'uomo rivelò che l'amante lo aveva convinto a uccidere il marito anche inventando presunti abusi psicologici da parte della vittima per giustificare l'omicidio.
Il 30 ottobre 2020 María Jesús Moreno Cantó e Salvador Rodrigo vennero condannati rispettivamente a 22 e 17 anni di carcere per l'omicidio di Antonio Navarro, pene che stanno scontando ancora oggi.