La vedova: “Liberate i Marò, non voglio che una maledizione ricada sui miei figli”

I marò "devono essere liberati" perché "non voglio che la maledizione dei due militari italiani ricada sui miei figli". A parlare è la vedova di Jalastine, uno dei due pescatori uccisi in mare da Salvatore Salvatore Girone e Massimiliano Latorre il 15 febbraio 2012 a bordo della petroliera Enrica Lexie nel sud dell’India. La donna, Dora, ha due figli, Derrik di 19 anni e Jean di 14 anni, e non vuole che seguano le stesse orme del padre pescatore. "Anche se li condannano, riavrò indietro mio marito?" si chiede nell'intervista rilasciata al ad un giornalista del The Indian Express e contattato telefonicamente dall’Ansa. Dora, 42 anni, si reca sulla tomba del marito ogni giorno per pregare. Il resto del tempo lo passa presso un ufficio pubblico dove le è stata dato un impiego dal governo, a seguito della morte del coniuge. "Questo lavoro – ha detto – mi ha aiutato a superare il trauma per la morte di mio marito". Nell’aprile del 2012, il governo italiano aveva raggiunto un accordo con le famiglie di Jalestine e di Ajesh Binki per una "donazione ex gratia" di milioni di rupie (circa 150 mila euro).