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Guerra in Ucraina

La Turchia potrebbe ancora bloccare l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato

Erdogan ha avvertito Svezia e Finlandia: se non rispetteranno tutti i punti del memorandum, inclusa l’estradizione dei curdi, i due Paesi scandinavi non entreranno nella Nato.
A cura di Davide Falcioni
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Finlandia e Svezia nella Nato. Affare fatto? Non proprio. A pochi giorni dalla firma del memorandum trilaterale nel quale la Turchia ha rimosso il veto all'ingresso dei due Paesi scandinavi nell'Alleanza Atlantica, il presidente Erdogan ha minacciato di bloccare l'iter se i due Paesi non soddisfaranno in pieno le sue richieste.

Quali? Tra le altre, l’abbandono del sostegno – in ogni sua forma – al popolo curdo da parte di Stoccolma e Helsinki e la fine dell’embargo sulle armi imposto alla Turchia nel 2019 in risposta all’offensiva proprio contro i curdi in Siria del Nord. Tradotto: Svezia e Finlandia dovranno consegnare alla Turchia tutti i rifugiati politici curdi che Ankara richiederà e accettare senza battere ciglio i bombardamenti turchi nel Rojava, la regione autonoma de facto nel nord e nord-est della Siria protagonista da anni di un esperimento unico in Medio Oriente, quello del confederalismo democratico.

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La firma del memorandum "sulla pelle dei curdi" ha creato forti malumori nell'opinione pubblica dei due Paesi scandinavi, così al termine del vertice Nato di Madrid Recep Tayyip Erdogan ha affermato che l'accordo sottoscritto dovrà essere rispettato senza tentennamenti. Il leader turco, in particolare, ha affermato che Svezia e Finlandia dovranno estradare tutti i sospetti terroristi con presunti collegamenti a gruppi curdi fuorilegge, come il PKK, o alla rete di un religioso esiliato accusato di un fallito colpo di stato del 2016 in Turchia. Erdogan ha aggiunto che se i due paesi nordici rinnegheranno le loro promesse, il parlamento turco potrebbe rifiutarsi di ratificare l'accordo raggiunto martedì.

L'adesione alla Nato deve essere formalmente approvata da tutti i 30 Stati membri, il che conferisce a ciascuno un diritto di veto. E il leader turco non ha mancato di ricordarlo: "Questa faccenda non funzionerà se non lo approviamo nel nostro parlamento", ha detto Erdogan. "In primo luogo, Svezia e Finlandia devono adempiere ai loro doveri e quelli sono già nel testo… Ma se non li adempiono, ovviamente non c'è modo di inviare il memorandum al nostro parlamento". Erdogan ha affermato che la Svezia aveva promesso di estradare 73 "terroristi" in Turchia e di reprimere le attività di finanziamento e reclutamento del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). La Turchia considera le Unità di protezione del popolo curdo siriano (YPG) un'estensione del PKK.

Svezia e Finlandia: "Rispetteremo la legge"

Dal canto suo il governo svedese ha tentato di dissipare i timori che l'accordo possa portare all'estradizione in Turchia di cittadini curdi senza un giusto processo. "So che ci sono alcune persone che sono preoccupate che inizieremo a dare la caccia alle persone e ad estradarle, e penso che sia importante dire che seguiamo sempre le leggi svedesi e le convenzioni internazionali e non estraderemo mai cittadini svedesi", , ha commentato la prima ministra svedese, Magdalena Andersson. Il presidente finlandese, Sauli Niinistö, ha rimarcato: "Nel caso di estradizioni, ci atterremo alla nostra legislazione e agli accordi internazionali. In definitiva, l'estradizione è una discrezionalità legale che i politici non hanno il diritto di influenzare", ha affermato Niinistö.

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