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La storia di Ed Gein, il serial killer necrofilo: la madre autoritaria, gli omicidi e i cadaveri in casa

La storia di Ed Gein, il “macellaio di Plainfield”, è forse una delle più inquietanti della cronaca nera americana. A lui è dedicata anche la terza stagione di Monster, uscita il 3 ottobre su Netflix. Confessò crimini orribili ma scampò la sedia elettrica poiché gli fu riconosciuta l’infermità mentale. Morì per insufficienza respiratoria, a 77 anni, in un ospedale psichiatrico.
A cura di Eleonora Panseri
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A sinistra, Ed Gein; a destra, la casa del serial killer dove sono stati trovati teschi e parti di corpi umani.
A sinistra, Ed Gein; a destra, la casa del serial killer dove sono stati trovati teschi e parti di corpi umani.

La storia di Ed Gein, il "macellaio di Plainfield", è forse una delle più inquietanti della cronaca nera americana e ha segnato profondamente l'immaginario, tanto da ispirare celebri film horror come Psycho, Non aprite quella porta e Il silenzio degli innocenti.

A lui è dedicata anche la terza stagione di Monsteruscita il 3 ottobre su Netflix. L'uomo soffrì di una gravissima dipendenza psicologica dalla madre, una fanatica religiosa moralista e misogina, e dopo la sua morte, avvenuta nel 1945, Gein precipitò in un delirio ossessivo.

Dissotterrò cadaveri dal cimitero, usò pelle e ossa per creare oggetti e "abiti". Fu ritenuto colpevole di due omicidi, ma si pensa che possa averne commessi anche altri. Venne condannato ma scampò la sedia elettrica poiché ritenuto infermo di mente. Morì per insufficienza respiratoria, a 77 anni, in un ospedale psichiatrico.

Il rapporto di sottomissione di Ed Gein con la mamma

Edward Theodore Gein nacque il 27 agosto 1906 a La Crosse, Wisconsin. Crebbe in una famiglia disfunzionale: il padre George era alcolizzato e violento, la madre Augusta una fanatica religiosa luterana, moralista e misogina.

Da sinistra, la madre di Ed Gein, Augusta, e il figlio.
Da sinistra, la madre di Ed Gein, Augusta, e il figlio.

Dopo la morte del padre, la donna isolò lui e il fratello maggiore Henry dal mondo, trasmettendogli l’idea che tutte le donne, tranne lei, fossero “strumenti del diavolo”, portatrici di lussuria e immoralità.

Il fratello di Ed sviluppò tuttavia una personalità molto diversa, indipendente e decisamente critica nei confronti della madre. Si disse spesso preoccupato per il rapporto di morbosa dipendenza psicologica di Ed nei confronti della donna.

La vita solitaria dopo la morte del fratello e della mamma

Il 16 maggio 1944, durante un incendio controllato su un terreno agricolo di loro proprietà, Henry scomparve. Secondo la versione ufficiale, i due fratelli stavano bruciando delle sterpaglie quando il fuoco sarebbe sfuggito loro di mano.

Ed raccontò di aver perso di vista il fratello, dopo essere stati separati dal fumo. Tuttavia, fu proprio lui a guidare la polizia nel punto in cui trovarono il cadavere di Henry. Il corpo presentava segni sulla testa ma all'epoca non venne eseguita nessuna autopsia. La morte fu attribuita a una probabile asfissia.

La casa di Ed Gein.
La casa di Ed Gein.

Soltanto dopo l'arresto di Gein, accusato nel 1957 di omicidio e profanazione di cadavere, le autorità ipotizzarono un suo coinvolgimento anche nella morte di Henry. Il 29 dicembre 1945 anche la madre morì per un ictus.

La sua scomparsa fu un colpo devastante per Gein che fino ad allora era stato completamente dipendente da lei. Rimase nella fattoria e guadagnò soldi con lavori saltuari.

Sbarrò le stanze usate dalla madre, lasciandole intatte, mentre il resto della casa divenne sempre più squallido e sporco. Gein visse fino al momento dell'arresto in una piccola camera accanto alla cucina.

Il primo omicidio di Bernice Worden

Il 16 novembre 1957 Bernice Worden, proprietaria di una ferramenta e madre del vice-sceriffo di Plainfield, sparì nel nulla. Il figlio raccontò di aver trovato il registratore di cassa aperto e macchie di sangue sul pavimento.

E disse agli investigatori che Gein era stato nel negozio la sera precedente. Era poi tornato la mattina successiva per acquistare un gallone di antigelo: fu trovato il relativo scontrino e Gein fu arrestato.

Bernice Worden.
Bernice Worden.

La sua casa venne perquisita: in un capanno della proprietà fu trovato il corpo decapitato di Bernice Worden. La donna era stata uccisa con un colpo di carabina calibro 22 e "squartata come un cervo".

La testa fu invece rinvenuta in un'altra stanza della casa, con due chiodi conficcati ai lati: Gein aveva intenzione di appenderla al muro come un trofeo. Ma quella non fu l'unica scoperta agghiacciante che fecero gli agenti entrati nella casa.

La confessione degli altri crimini commessi da Ed Gein

Gein confessò di avere dissotterrato corpi di donne che assomigliavano alla madre, di aver portato i cadaveri a casa e di averne lavorato la pelle per farne manufatti. Dichiarò di aver fatto circa 40 visite notturne al cimitero, in stato confusionale, e di aver violato una decina di tombe.

Inoltre, una ragazza (i cui genitori erano amici di Gein) disse che conservava teste rinsecchite nella sua casa. Lui le aveva descritte come reliquie dalle Filippine, inviategli da un cugino. In seguito, si scoprì che altro non erano che maschere create con pelle umana.

Gein fu sospettato anche in molti altri casi irrisolti nel Wisconsin, come la scomparsa di una babysitter di La Crosse, Evelyn Hartley, avvenuta nel 1953. Durante l'interrogatorio confessò di aver ucciso Mary Hogan, dipendente di una taverna scomparsa nal 1954, e lasciò anche intendere di aver commesso altri delitti in gioventù.

La casa piena di resti umani

Nella casa di Gein i poliziotti trovarono reperti terribili:venti nasi, frammenti e ossa umane integre, un cestino fatto di pelle umana, teschi sulla testata del letto, un corsetto fatto con la pelle di un torace femminile scuoiato dalle spalle alla vita. una maschera creata con il viso di Mary Hogan, nove vulve in una scatola di scarpe e una cintura fatta di capezzoli umani.

Un agente di polizia nella cucina della fattoria di Gein.
Un agente di polizia nella cucina della fattoria di Gein.

In più, l'abitazione era "decorata" con due labbra umane su una finestra, femori usati come gambe per un tavolo e una colonna vertebrale adibita a lampada. I reperti furono fotografati a fini investigativi e successivamente distrutti.

Il processo e la morte per insufficienza respiratoria

Dopo l'arresto Gein fu sottoposto a una perizia psichiatrica. Nel dicembre 1957 un tribunale del Wisconsin lo giudicò incapace di intendere e volere al momento dei fatti e quindi non idoneo a sostenere un processo. Venne quindi internato in un ospedale psichiatrico criminale.

Solo molti anni dopo, nel 1968, i medici lo dichiararono sufficientemente lucido. Gein fu processato, eppure gli fu ancora una volta riconosciuta l'infermità mentale e così scampò alla sedia elettrica.

Ed Gein (a destra) vicino al suo avvocato William Belter.
Ed Gein (a destra) vicino al suo avvocato William Belter.

Fu internato al Mendota Mental Health Institute fino al 26 luglio 1984, quando morì per insufficienza respiratoria, a 77 anni.

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