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Luca Attanasio, l'ambasciatore ucciso in Congo

La moglie di Luca Attanasio dopo i 6 ergastoli: “Sollevata che non ci sia stata la pena di morte”

Zakia Seddiki, la vedova dell’ambasciatore Luca Attanasio ucciso in Congo ha commentato a Fanpage.it la condanna all’ergastolo dei sei imputati: “Giustizia fatta, sollevata che non ci sia stata la pena di morte”.
A cura di Alessia Rabbai
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L'ambasciatore Luca Attanasio con la vedova Zakia Seddiki
L'ambasciatore Luca Attanasio con la vedova Zakia Seddiki
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"Oggi con queste condanne è stata fatta giustizia senza spargere nuovo sangue, sono contenta". Sono le parole di Zakia Seddiki, la vedova di Luca Attanasio. L'ambasciatore italiano è stato ucciso in un agguato nel villaggio di Kibumba vicino Goma in Congo il 22 febbraio del 2021. Un tribunale militare a Kinshasa ha condannato all’ergastolo i sei uomini imputati del processo per l’omicidio di Attanasio, della sua guardia del corpo e di un autista. Fanpage.it ha intervistato la vedova Attanasio dopo la sentenza.

È soddisfatta della sentenza?

Mi sento sollevata che la condanna per l'omicidio di mio marito non aggiunga altra violenza alla violenza. Oggi come prima cosa mi sento ringraziare dal profondo del cuore tutte le persone che hanno firmato la petizione contro la pena di morte che ho lanciato e le istituzioni che hanno appoggiato questa richiesta.

Quanto è importante per lei il fatto che la condanna non preveda la pena di morte?

Il fatto che la condanna non preveda la pena di morte è importante: Luca non c'è più e nessuno potrà ridarcelo indietro, ma ci sono altre vite in gioco, quelle di mogli e bambini innocenti, che non hanno alcuna colpa e che non devono soffrire. Ho sperato tanto per questo esito, non voglio che ci siano altre vedove e altri orfani, non voglio più violenza. Penso al diritto alla vita, che è più importante di qualsiasi altra cosa. Dolore su dolore non aiuta nessuno.

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Quale sarebbe stata secondo lei la posizione di Luca Attanasio sul processo?

Se Luca fosse stato ancora in vita sono sicura che si sarebbe battuto con tutto se stesso affiché nessuno dei suoi assassini venisse ucciso. Certo, se si potesse tornare indietro e fare in modo neanche di parlarne, che non ci fosse stato né l'omicidio né il processo, sarebbe la cosa più bella, poterlo avere ancora qua con noi, con me e le sue bambine. Ma oggi con questa condanna è stata fatta giustizia senza spargere nuovo sangue, sono contenta.

Cosa direbbe a suo marito?

A Luca oggi direi tante cose, che lo amo e che è tutta la mia vita, ma prima di tutto che non dobbiamo fermarci. Con lui nel mio cuore io ho la forza di portare avanti i progetti umanitari con i bambini con l'associazione Mama Sofia, sono tornata in Congo dopo l'attentato e ci tornerò presto, perché ci sono tante cose da fare e non posso fermarmi. Non smetterò in ricordo di Luca di credere che il bene vince sempre sul male e che l'amore vince su tutto.

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