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La giornalista ucraina in lacrime da Johnson: “È la terza guerra mondiale, salvate i nostri bambini”

“I bambini a Kiev sono terrorizzati perché bombe e missili piombano dal cielo”. È un diretto e appassionato quello della giornalista ucraina Lisa O’Carroll, in lacrime nel corso della conferenza stampa di Boris Johnson in Polonia.
A cura di Giulia Turco
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Boris Johnson in Polonia per una serie di incontri istituzionali sulla situazione ucraina. Il primo ministro, che ha incontrato il polacco Morawieck, ha parlato nel corso di una conferenza stampa ribadendo l'impegno del Regno Unito nell'esercitare la massima pressione su Mosca. Tra la platea della stampa si è distinta la giornalista Lisa O'Carroll, corrispondente ucraina del The Guardian, per un intervento in lacrime che ha lasciato spiazzato il primo ministro e che in poco tempo è diventato virale su Twitter.

Boris Johnson spiazzato dalla giornalista ucraina

Colpisce, del suo intervento, l'atteggiamento diretto e senza barriere della giornalista che in lacrime si rivolge a Johnson. L'Europa apra gli occhi, Kiev sta vivendo una vera e propria terza guerra mondiale nella quale a pagarne le conseguenze sono i civili e in particolar modo i bambini. La giornalista si sofferma sulla paura dei più piccoli che in queste ore sono "terrorizzati perché bombe e missili piombano dal cielo". Il popolo ucraino, spiega, sta chiedendo disperatamente di essere protetto tramite una no-fly zone. "Qual è l'alternativa primo ministro?!", chiede il lacrime la Lisa O'Carroll, mentre Johnson è visibilmente colpito e imbarazzato al tempo stesso. "Lei è venuto in Polonia, non a Kiev, non al confine, perché ha paura", aggiunge, "mettete i nostri bambini al sicuro nel resto d'Europa".

Perché l'Ucraina chiede la no-fly zone

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha più volte chiesto all’Occidente di prendere in considerazione una no-fly zone sul Paese, una zona salva dai bombardamenti, che metta per lo meno al riparo i civili dagli aerei russi. Mosca ha infatti preso di mira quartieri e palazzi civili in diverse città. L’ipotesi tuttavia è stata esclusa dalla Nato, che non può impegnarsi in Ucraina in quanto non fa parte dell’alleanza. "Una no-fly zone richiederebbe lo schieramento dell'esercito americano per farla rispettare, il che sarebbe potenzialmente un conflitto diretto, e potenzialmente una guerra con la Russia, che è qualcosa di cui non abbiamo intenzione di far parte", ha dichiarato apertamente la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki.

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