La figlia che non vede da sei anni ferita da Hamas, si mette in auto e corre a salvarla: “Ero pazzo”

"Il mio cuore si è fermato. Il mio cervello ha iniziato a girare a mille. Ero pazzo” così Shimon Portal ha raccontato il momento in cui ha scoperto che la figlia Neta era tra i civili attaccati da Hamas in Israele, ferita e in pericolo di vita. L'uomo ha deciso di mettersi subito in auto per andare a salvarla. Padre e figlia non si vedevano da ben sei anni, in seguito al divorzio della coppia di genitori, quando la ragazza ha inviato un messaggio al papà descrivendo quanto le stava accadendo.

“Sono vicini”, “Mi hanno sparato” sono i messaggi che l’uomo, poliziotto israeliano, ha ricevuto improvvisamente dalla figlia 22enne. La giovane, che risiedeva nel Kibbutz di Kfar Aza, è uno dei tanti civili israeliani colpiti dai miliziani di Hamas durante l’attacco. La 22enne era col compagno in casa quando gli uomini di Hamas hanno fatto irruzione nel centro abitato a pochi chilometri del confine di Gaza, sparando a caso su tutto quello che si muoveva.

L’agente, in borghese, non ci ha pensato su due volte, si è subito messo in auto e ha raggiunto Kfar Aza. Una azione sconsiderata e che ha rischiato di finire in tragedia visto che è stato attaccato a sua volta dagli uomini di Hamas che si aggiravano nel territorio di confine. Come ha raccontato lui stesso alla Bbc, è riuscito a scappare mentre i proiettili colpivano il suo veicolo. "All'improvviso, tre bambini sono corsi verso la mia macchina perché mi avevano sentito gridare in ebraico. Ho aperto la porta. Hanno iniziato a salire ma due terroristi sono usciti dalle case e ci hanno sparato” ha ricostruito Shimon Portal.
Poco dopo ha fatto un secondo tentativo per salvare sua figlia. Non sapeva dove vivesse Neta ma si è diretto verso le coordinate che lei gli aveva mandato. Infine l’ha trovata, ferita, mentre era nascosta col suo scompagno, e ha accompagnato entrambi in ospedale. Qui è avvenuta la prima riunione tra padre e figlia dopo sei anni e nel mezzo di uno degli attacchi più raccapriccianti subiti da Israele.