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Conflitto Israelo-Palestinese

Israele, bambini “macellati” da Hamas nel kibbutz di Kfar Aza: “Non è una guerra, è un massacro”

I reporter della Cnn, della Reuters e di altre testate sono stati fatti entrare nel kibbutz di Kfar Aza, al confine con la Striscia di Gaza, preso d’assalto da Hamas. E hanno potuto appurare coi propri occhi le atrocità perpetrate dai terroristi armati. Il generale israeliano Itai Veruv: “Non è una guerra, è un massacro”
A cura di Biagio Chiariello
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A tre giorni dall'attacco a sorpresa dei terroristi di Hamas in Israele, per la prima volta i militari della Israel Defense Forces hanno permesso ai media di visitare una delle aree maggiormente colpite dalla violenza dei miliziani palestinesi.

Qualcuno l'ha già ribattezzata la strage dei bambini: sarebbero infatti almeno una quarantina i corpicini dei piccoli israeliani, alcuni completamente straziati, trovati dai soldati dell'IDF nel kibbutz di Kfar Aza, cinque chilometri a est di Gaza, tra le città di Netivot e Sderot, nel sud del Paese.

La notizia circolava già da ieri, 10 ottobre, a confermarla oggi è la Cnn. Alcuni cronisti della testata americana, insieme a quelli di altri media tra cui la Reuters, sono stati fatti entrare sul posto, accompagnati dai vari membri delle forze israeliane che, tra case bruciate, mobili sparsi e auto date alle fiamme, stanno andando raccogliendo i corpi e caricandoli sui propri mezzi. Non si sa ancora il numero di quanti hanno perso la vita, ma si parla di oltre 200 vittime. “Non è una guerra, non è un campo di battaglia, è un massacro”, è il grido del generale di Divisione Itai Veruv che ha accolto i reporter.

"Vedi i bambini, la madre, il padre, nelle loro camere da letto, nelle loro stanze, nei loro rifugi, e vedi come i terroristi li hanno uccisi" spiega ancora il generale. "È qualcosa che non ho mai visto nella mia vita. È qualcosa che immaginavamo dai nostri nonni, dalle nostre nonne nei pogrom in Europa e in altri luoghi. Non è qualcosa che è accaduto nella storia recente", ha aggiunto il militare.

"Alcuni di loro non hanno più la testa. Fatta saltare da colpi d’arma da fuoco esplosi da vicino. O mozzata", riferisce Nicole Zedek, di i24News. Lo stesso esercito ha riferito ai media di aver trovato "bambini con le teste decapitate" nel kibbutz, circostanza questa non confermata come riporta anche l'agenzia turca Anadolou. Secondo la stessa fonte, "intere famiglie sono state fucilate nei loro letti". "Raccontate al mondo quello che avete visto", ha gridato a un giornalista della Reuters un soldato israeliano.

I kibbutz risalgono ai tempi della fondazione di Israele, quando piccoli gruppi di persone fondarono comunità basate sull'idea della vita in comune. Secondo l'Agenzia Ebraica per Israele, circa 125.000 persone vivono in circa 250 kibbutz disseminati nel Paese. Per molti erano simboli di benessere e sicurezza. Sabato Hamas ne ha presi di mira diversi, tra cui Kfar Aza, Be’eri, Ofakim, Sderot, Yad Mordechai, Yated, Kissufim e Urim.

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