La Cina ha detto di voler “rafforzare la cooperazione” con la Corea del Nord nella lotta al Covid

Dopo l'inaspettata notizia di un primo improvviso lockdown in Corea del Nord, la Cina ha fatto sapere di voler "rafforzare la cooperazione" con il Paese nella lotta al virus. Il ministero degli Esteri di Pechino ha subito pubblicamente annunciato di essere pronto a fornire a Pyongyang tutto il supporto necessario per attraversare il suo primo lockdown. La Cina spera di creare con la Corea, con la quale ha già una "storia di assistenza reciproca" secondo quanto sostengono le autorità, un rapporto di collaborazione sulla gestione delle norme restrittive per evitare il dilagare della pandemia. Pechino, insomma, vorrebbe un alleato nella strategia "zero Covid".
Due giorni fa la Corea del Nord aveva confermato il suo "primo caso in assoluto" di Coronavirus. Dall'inizio della pandemia, infatti, il bollettino di Pyongyang non aveva mai riportato neppure un contagio. Kim Jong-un aveva disposto dal 2020 la chiusura dei confini (già invalicabili) per evitare la diffusione del virus e da allora aveva rifiutato perfino di dare il via a una campagna vaccinale. Ora, però, sembrerebbe che Pyongyang abbia riscontrato il primo focolaio e che il leader abbia promesso di "eliminare il virus dal Paese". Per raggiungere lo scopo tutti i cittadini dovranno rimanere in casa, mentre le persone con i sintomi della febbre sono state isolate. Le attività commerciali e produttive, invece, saranno organizzate "in modo che ogni unità di lavoro sia isolata" per prevenire la diffusione della malattia.
Qualsiasi focolaio del virus nel Paese potrebbe essere devastante a causa di un sistema sanitario fatiscente, soprattutto nelle aree rurali più remote. Il fatto che non sia mai stata avviata una campagna vaccinale rende poi l'ipotesi ancora più preoccupante. Stati Uniti e Corea del Sud hanno sempre dubitato del bollettino di Pyongyang, sostenendo che la Corea del Nord nascondesse l'epidemia. Nell'agosto del 2020, infatti, Kim Jong-un aveva annunciato che il Paese era "al lavoro sulla realizzazione di un vaccino contro il virus" senza però fornire altri dettagli. Da allora non sono mai più state diffuse notizie di alcun genere sul siero.