L’Isis punta su Baghdad. L’Iraq arruola i guerriglieri sciiti

L'Isis preannuncia una nuova avanzata in Iraq. In un messaggio diffuso ieri, infatti, il leader del califfato Abu Bakr al-Baghdadi dichiara: "Presa Ramadi, libereremo Baghdad". Il capo dell'organizzazione jihad invita i miliziani a marciare verso la capitale irachena, mentre dall'altra parte il presidente Abadi replica chiedendo a migliaia di volontari sciiti di imbracciare le armi e tentare di fermare Isis. Baghdad, dunque, rischia di diventare il teatro di una nuova sanguinosa battaglia. Lo Stato Islamico si trova ormai a un centinaio di chilometri e per la capitale la minaccia inizia ad essere seria.
E' per questo che il primo ministro iracheno Haider al-Abadi si trova a gestire una situazione assai delicata. Se Baghdad cadrà tutti i centro nevralgici del potere finiranno nelle mani dell'Isis. Militarmente al-Abadi si trova in serie difficoltà ed il rischio che la città capitoli, come avvenne con Mosul lo scorso anno, è concreto: a Ramadi esercito e polizia sono fuggiti, lasciandosi alle spalle non solo armi leggere, ma anche lanciamissili, veicoli blindati e carri armati, tutti finiti nelle mani dei miliziani.
Per questo, di fronte a una possibile escalation dell'Isis a Baghdad, il premier ha deciso di schierare delle truppe scelte sciitee: le unità di Al-Badr, Kataeb Hezbollah e Hasid Shaabi, che in queste ore si stanno schierando davanti a Ramadi per tentare una rapida riconquista della città. Al premier iracheno è arrivato anche il sostegno del ministro della difesa iraniano che, giunto a Baghdad, ha promesso di rispondere a "qualsiasi richiesta di aiuto dei fratelli iracheni contro Isis".
La scelta di Abadi di far arruolare gli sciiti rischia però di trasformarsi in un boomerang: la "polarizzazione", infatti, rischia di spingere i sunniti nelle fila dello Stato Islamico. In questo quadro la coalizione internazionale guidata dagli USA si appresta a offrire il proprio supporto. "La situazione a Ramadi potrà essere recuperata", ha detto il segretario di Stato Usa, John Kerry.