L’Iran si apre all’Occidente: alle elezioni, conservatori battuti dai riformisti

L’attuale presidente Hassan Rohani e l'ex presidente Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, entrambi leader dello schieramento riformista-moderato, sono in testa nei risultati preliminari delle elezioni iraniane per il rinnovo degli 88 seggi dell'Assemblea degli Esperti. Se l’esito dovesse essere davvero questo, ci sarebbe sicuramente un importante impulso verso una maggiore apertura dell'Iran all'Occidente. Tra i dati preliminari del voto per eleggere i 290 deputati che andranno a formare il nuovo parlamento, ci sarebbero quelli di una cinquantina di piccole città dove i riformisti sono in vantaggio. Bisogna scendere fino alla decima posizione per trovare Ahmad Janati, presidente del Consiglio dei Guardiani, l’organismo che controlla il Parlamento e il voto, mentre al dodicesimo posto c’è Mohammad Taqi Mesbah Yazdi, conosciuto come “il religioso per cui non conta nulla quello che pensa il popolo”.
L’Assemblea degli Esperti, 88 membri in carica per 8 anni, ha un ruolo determinante nel sistema politico iraniano: è chiamata in fatti a scegliere al suo interno il successore della Guida Suprema qualora Ali Khamenei muoia o si dimetta. Stando alle cifre messe a disposizione dal ministero degli Interni di Teheran sull’affluenza alle urne, sono oltre 33 milioni, ovvero il 60% su 55 milioni di elettori potenziali, coloro che hanno votato. Conteggio che non è comunque ancora terminato, mentre è iniziato lo spoglio nei primi seggi.
Rafsanyaní e Rohani fanno parte della stessa area moderato-riformista, il cui slogan è Esperti del Popolo. Ne fanno parte anche il ministro dell'Intelligence, Seyed Mahmoud Alavi, e l'ex ministro dell'Intelligence Ghorbanali Dorri-Najafabadi. “È finito il tempo dello scontro, ora è il momento della cooperazione", ha commentato l'ex presidente della Repubblica ed ex presidente del Parlamento Rafsanyaní. “Questo dato”, ha commentato il presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani, “aumenta la potenza e la gloria della Repubblica islamica dell’Iran”.
Per l’esito finale di queste votazioni, sarà comunque necessario attendere fino lunedì. Ma secondo quanto scrivono le agenzie semiufficiali Fars e Mehr, questi primi risultati dimostrano che se nessuno sarà in grado di conquistare la maggioranza dei 290 seggi nel Majlis, il Parlamento iraniano, i riformisti e i moderati sono destinati ad aumentare la loro presenza, a svantaggio dei conservatori.