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Guerra in Ucraina

Kiev contro il Papa: “Non alzeremo mai bandiera bianca”. Vaticano: “Negoziato non è resa”

La riposta a Bergoglio arriva direttamente dall’ambasciata ucraina presso la Santa Sede che, con un post pubblico sui social, rigetta senza mezzi termini le richieste di Papa Francesco. Dal Vaticano precisano: “Il Papa usa il termine bandiera bianca per indicare un negoziato”. Mosca: “Il Pontefice non sta parlando a Kiev, ma all’Occidente”.
A cura di Antonio Palma
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Zelensky e Papa Francesco
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È polemica aperta tra Papa Francesco e Kiev dopo le parole del Pontefice sulla guerra in Ucraina e l’invito a Zelensky di alzare bandiera bianca per aprire i negoziati con la Russia. La riposta a Bergoglio arriva direttamente dall'ambasciata ucraina presso la Santa Sede che, con un post pubblico sui social, rigetta senza mezzi termini le richieste del Vaticano, paragonando Putin a Hitler. “È molto importante essere coerenti! Quando si parla della terza guerra mondiale, che abbiamo ora, è necessario imparare le lezioni dalla seconda guerra: qualcuno allora ha parlato seriamente di negoziati di pace con Hitler e di bandiera bianca per soddisfarlo?", è l’interrogativo posto dalla sede diplomatica.

"La lezione è solo una: se vogliamo finire la guerra, dobbiamo fare di tutto per uccidere il Dragone!", prosegue il messaggio dell'ambasciata, seguito da un chiaro messaggio da Kiev al Papa: "Non alzeremo mai bandiera bianca". "Il più forte è colui che, nella battaglia tra il bene e il male, si schiera dalla parte del bene anziché tentare di metterli sullo stesso piano chiamandole ‘negoziazioni'. Allo stesso tempo, quando si parla di bandiera bianca, conosciamo questa strategia del Vaticano dalla prima metà del XX secolo. Invito a evitare di ripetere gli errori del passato e a sostenere l’Ucraina e il suo popolo nella giusta lotta per la propria vita. La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera con la quale viviamo e moriamo. Non alzeremo mai altre bandiere" ha dichiarato il ministro degli esteri Kuleba, aggiungendo: "Ringraziamo Sua Santità Papa Francesco per le sue costanti preghiere per la pace, e continuiamo a sperare che dopo due anni di guerra devastante nel cuore dell'Europa, il Pontefice trovi l'opportunità di compiere una visita apostolica in Ucraina per sostenere oltre un milione di ucraini Cattolici, oltre cinque milioni di greco-cattolici, tutti cristiani e tutti ucraini.

La presa di posizione fa seguito alla dura replica già espressa dalla comunità ucraina in Italia. “Le parole di Papa Bergoglio sul coraggio di alzare la bandiera bianca, sul negoziare quando vedi che sei sconfitto sono sconvolgenti, imbarazzanti e profondamente offensive nei confronti di un popolo che da oltre due anni cerca di sopravvivere alla terribile e criminale aggressione russa" ha dichiarato infatti Oles Horodetskyy, presidente dell'Associazione cristiana degli ucraini in Italia, aggiungendo: “Alla richiesta di arrenderci del boia del Cremlino rispondiamo con la resistenza. Mai avremmo immaginato di ricevere la stessa richiesta dal nostro Papa, capo della Chiesa Cattolica e predicatore del Vangelo. Per un cristiano è inaccettabile arrendersi al male e al peccato che rappresenta oggi la Russia di Vladimir Putin. Difendere la propria vita e la propria casa è un dovere sacrosanto di ogni cittadino".

“Ci aspettiamo dal Papa una forte condanna dei peccati russi di aggressione, di assassinio di massa, di violenza e distruzione. Ci aspettiamo dal Papa un appello a Putin di fermare l'aggressione e andarsene dall'Ucraina. Ci aspettiamo dal Papa di essere un promotore di una pace giusta e non certo un alleato morale dell'aggressore" ha concluso Horodetskyy.

L'incontro tra Papa Francesco e Zelensky
L'incontro tra Papa Francesco e Zelensky

Vaticano: "Il Papa usa il termine bandiera bianca per indicare negoziato

Intanto dal Vaticano chiariscono le parole di Papa Francesco ma confermano la necessità di avviare una trattativa per la guerra in Ucraina. “Il Papa usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l’immagine proposta dall’intervistatore, per indicare con essa la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Altrove nell’intervista, parlando di un’altra situazione di conflitto, ma riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: ‘Il negoziato non è mai una resa’” ha spiegato direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni.

Nell'intervista, a Papa Francesco era stata chiesta un'opinione sul fatto che "in Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca". Bergoglio ha risposto: “È un’interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.

Mosca: "Vaticano parla all'Occidente"

Secondo Mosca nel suo appello per i negoziati, Papa Francesco non sta parlando a Kiev, ma all'Occidente, che usa l'Ucraina come "uno strumento" per le sue "ambizioni". Lo ha detto all'Ansa la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. "Per come la vedo io, il Papa chiede all'Occidente di mettere da parte le sue ambizioni e ammettere che si è sbagliato". Quanto alla Russia, "noi non abbiamo mai bloccato i negoziati", ha affermato Zakharova. "Ogni esperto, ogni politico, ogni diplomatico oggi capisce" che la situazione in Ucraina "è in un vicolo cieco" e per questo “molti diplomatici e Paesi stanno chiedendo negoziati”, ha aggiunto Zakharova.

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