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Isis: distrutta la città assira di Nimrud con picconi, ruspe ed esplosivo (VIDEO)

L’Isis ha diffuso le immagini della devastazione del sito archeologico iracheno: “Distruggeremo tutti i simboli di idolatria”.
A cura di Susanna Picone
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Picconi, ruspe ed esplosivo: così circa un mese fa l’Isis ha distrutto il sito archeologico di Nimrud, nel nord dell’Iraq. Lo Stato Islamico ha diffuso un video che mostra come i miliziani hanno fatto scempio di statue e bassorilievi a colpi di piccone, come l’area sia stata distrutta con esplosivo e anche con un bulldozer. La notizia diffusa lo scorso marzo della devastazione del sito iracheno finora non aveva trovato conferme: era stato il ministero iracheno del Turismo e delle Antichità, con un post sulla sua pagina Facebook, ad affermare che l’Isis aveva “raso al suolo” con dei bulldozer l’antico sito archeologico assiro. L’Unesco aveva bollato la distruzione come “un crimine di guerra” e la direttrice generale Irina Bokova aveva fatto appello “a tutti i responsabili politici e religiosi della regione a sollevarsi contro questi barbari”. Ma i ricercatori incaricati di verificare quanto accaduto avevano detto di non poterlo confermare sulla base di immagini satellitari.

La propaganda jihadista diffonde le immagini della devastazione – La città di Nimrud, la biblica Calah, è un sito assiro che si trova a sud di Mosul, seconda città irachena identificata come l'antica Ninive, roccaforte dei miliziani dal giugno scorso sulle sponde del Tigri. Nimrud fu fondata dal re Shalmaneser (1274-1245 avanti Cristo) e divenne capitale dell'impero assiro sotto Assurbanipal II (883-859 avanti Cristo) arrivando ad avere 100.000 abitanti. Ora ci sono solo macerie. Il video della devastazione di Nimrud ad opera dei miliziani dell’Isis arriva dopo quello della distruzione dei reperti archeologi di Mosul. Anche in quel caso numerose statue di divinità di epoca assiro-babilonese erano state distrutte a picconate. “Finché potremo distruggeremo tutti i simboli di idolatria e diffonderemo il monoteismo in ogni angolo della terra”, rivendicano i terroristi.

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