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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Insegna agli studenti di Gaza come ricostruire le loro case: “Ho preso il posto dei loro prof uccisi da Israele”

Da Ramallah a Gaza, Moin Jababra insegna ai giovani della Striscia come ricostruire le proprie case distrutte dall’esercito israeliano. A Fanpage.it racconta: “Spiego come costruire sulle macerie”.
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Moin e i suoi studenti di Birzeit e di Gaza (in collegamento)
Moin e i suoi studenti di Birzeit e di Gaza (in collegamento)
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“Allora… Ci dispiace che la connessione internet continui a cadere, ma… comunque… Eravamo sulla cucina e i dettagli della cucina”, iniziano quasi sempre così le lezioni di Muain Jwabrah, con la connessione che va e viene, sia a Gaza che qui. Ci troviamo all'Università di Birzeit e dall’altra parte dello schermo ci sono gli studenti di Gaza.

Nonostante i bombardamenti ancora in corso e la devastazione che ha raso al suolo gran parte delle infrastrutture abitative della Striscia, a pochi chilometri di distanza da qui, nelle aule virtuali dell'Università di Gaza e in collaborazione con l’Università di Birzeit, si sta preparando il futuro: un futuro fatto di mattoni, spazi e dignità per le famiglie sfollate di Gaza.

Il professor Muain Jwabrah del Dipartimento di Architettura dell’università di Ramallah ha scelto di dare lezioni agli studenti di Design a Gaza, dopo che molti dei loro professori sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani. L’attenzione posta dai suoi circa 18 studenti rivela la serietà e la responsabilità con cui la prossima generazione di architetti si sta approcciando al compito titanico della ricostruzione.

“Questa idea nasce già l'anno scorso quando feci un corso di Disegno 3 per gli studenti di Gaza, in collaborazione con l’Università di Birzeit. Gli studenti mi avevano già conosciuto e quest'anno avevo già dei contatti con i docenti dell'Università di Gaza. Purtroppo alcuni insegnanti, colleghi di Gaza, sono morti, quindi c'era il bisogno di qualcuno che potesse insegnare a questi ragazzi. Io mi sono subito offerto volontario”; racconta il professor Jwabrah a Fanpage.it.

Il focus della lezione non è solo tecnico, ma profondamente etico: come progettare spazi che non siano solo funzionali, ma che garantiscano una vivibilità umana, soprattutto in un contesto post-bellico.

Lo schermo del pc del professore Jwabrah durante la lezione con gli studenti gazawi
Lo schermo del pc del professore Jwabrah durante la lezione con gli studenti gazawi

"Quando si progetta uno spazio, bisogna conoscere le dimensioni principali da considerare all'interno della casa”, ribadisce il professore, citando esempi pratici con un’attenzione millimetrica ad ogni dettaglio. Cucina, soggiorno, bagno, ogni cosa deve essere misurata accuratamente, per ottenere con il più piccolo sforzo il maggior risultato, per creare dalle macerie uno spazio non solo vivibile, ma anche accogliente e sicuro.

“Gli studenti stanno imparando a disegnare le loro case, si esercitano a costruire una piccola casa, non più di 200 metri quadrati, in qualsiasi sito, sia di Gaza City, sia dei campi profughi, in qualsiasi luogo distrutto o ancora in piedi. Spiego come costruire sulle macerie. L’obiettivo è che imparino ad analizzare il sito per costruire la casa, questo sarà il loro primo esame”, continua il professor Jwabrah.

A Gaza oggi più dell’80% degli edifici sono stati distrutti o danneggiati, nel capoluogo Gaza City la percentuale arriva al 92%, come afferma il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), che sta attualmente valutando le esigenze di ricostruzione a Gaza. L'organizzazione ha stimato che sia necessario sgomberare almeno 55 milioni di tonnellate di macerie prima di poter pensare a ricostruire. Intanto Israele nega l’accesso dentro la Striscia del carburante – indispensabile per le ruspe – e dei materiali per la ricostruzione, bloccati ai valichi di frontiera terrestre. Ma niente può fermare la speranza di questi studenti.

Prima di chiudere la lezione, il professor Jwabrah chiede ai ragazzi di preparare e consegnare per il successivo appuntamento due esercizi: uno sulla tipologia dell'edilizia abitativa (progetto 1) e uno sull'analisi del sito in cui sorgerà l'abitazione (progetto 2).

Dietro questa richiesta formale c'è un compito ben più grande: trasformare la teoria in pratica per la rinascita di Gaza. Questi giovani architetti stanno studiando per assicurare che le future case non siano solo un riparo, ma luoghi che permettano una vita dignitosa.

La lezione, anche se interrotta da problemi di connessione (un problema all'ordine del giorno nella regione), testimonia l’irrefrenabile desiderio di vita dei giovani palestinesi a Gaza. Disposti a ricostruire con le proprie mani le case distrutte dalle bombe israeliane.

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