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India, rubate le ceneri del Mahatma Gandhi

Nel 150esimo anniversario della nascita del Mahatma Gandhi uno sconosciuto è riuscito a introdursi nel suo memoriale a Bapu Bhawan e a rubare le ceneri del padre dell’indipendenza indiana. Inoltre, su un poster che lo ritraeva è apparsa la scritta “traditore”. Le ceneri di Gandhi sono tuttavia state distribuite in tutto il mondo.
A cura di Davide Falcioni
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Era il 30 gennaio del 1948 quando un fanatico induista uccise il Mahatma Gandhi. Cosa resta di quella figura nel mondo, uno degli uomini più amati del XX secolo, a sessantaquattro anni dalla sua tragica morte

Brutta sorpresa nel 150esimo anniversario della nascita del Mahatma Gandhi. Uno sconosciuto è infatti riuscito a introdursi nel suo memoriale a Bapu Bhawan e a rubare le ceneri del padre dell'indipendenza indiana. Come se non bastasse, su un poster che lo ritraeva è apparsa la scritta "traditore", realizzata con della vernice spray verde. L'insulto si riferisce all'apertura di Gandhi verso l'unità culturale tra indù e musulmani, duramente criticata dalle flange più radicali di entrambe le religioni. A segnalare l'incredibile furto è stato il custode del Bhawan, Mangaldeep Tiwari, che ha riferito alle forze dell'ordine: "Ho aperto il cancello al mattino presto, perché era il compleanno del Mahatma, ma quando sono tornato verso le 23 per chiudere ho trovato i resti di Gandhi dispersi e quella scritta a deturpare il suo ritratto. E' un atto vergognoso".

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Quelle trafugate erano una piccolissima parte delle ceneri di Gandhi, che dopo la sua morte – 30 gennaio 1948 – vennero distribuite in tutto il mondo: dopo il decesso e la cremazione infatti le spoglie vennero sparse alle congiunzioni dei “tre mari” del sud e dei tre fiumi sacri del nord, ma anche nel Mar Arabico e lungo la costa sudafricana. Altre sono state custodite in almeno dodici urne, una delle quali a Laxman Bagh, dov’è avvenuto il sacrilego furto. Non è la prima volta che i luoghi simbolo dell'uomo simbolo della non-violenza vengono profanati. Anche negli anni scorsi infatti erano già stati compiuti episodi di vandalismo contro alcune delle innumerevoli statue di Gandhi attaccate dai nazionalisti hindu, ma anche dai “dalit” che non si riconoscevano nella sua politica di apertura verso le caste più basse (li chiamava “figli di Dio”) ancora oggi socialmente schiacciate dal sistema di privilegi vedico.

Gandhi venne assassinato a  Nuova Delhi il pomeriggio del 30 gennaio del 1948 da un estremista della destra hindu che gli sparò a bruciapelo perché aveva  “tradito” Bharat, lo spirito dell’antica India vedica, concedendo potere e pari dignità alle persone di casta bassa e musulmani.

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