In Qatar migliaia di lavoratori migranti sarebbero morti per “cause naturali”

Migliaia di lavoratori stranieri morti in pochi anni, praticamente tutti per "cause naturali" o generici problemi cardiaci. Senza una vera spiegazione che possa giustificare così tante vittime giovani, ma soprattutto nessuna indagine per accertare le reali motivazioni dei decessi. È successo in Qatar negli ultimi dieci anni, secondo quanto rivela un lungo report diffuso da Amnesty International. Le cause, però, non sarebbero quelle individuate dalle autorità del Paese, ma sarebbero strettamente collegate alle condizioni in cui i migranti – che spesso arrivano da India, Nepal e Bangladesh – sono costretti a lavorare.
Secondo quanto riporta Amnesty i certificati che spiegano i decessi con motivazioni come le cause naturali sono "insignificanti", ma impediscono alle famiglie delle vittime di chiedere un risarcimento, nonostante spesso siano in difficoltà perché si trattava dell'unico lavoratore del nucleo. "Quando uomini relativamente giovani e in buone condizioni di salute muoiono improvvisamente dopo aver lavorato molte ore sotto un caldo estremo, sorgono forti dubbi sulla sicurezza delle condizioni di lavoro in Qatar", spiega Steve Cockburn, direttore del programma Giustizia sociale ed economica di Amnesty International, che chiede di indagare sulle cause della morte delle vittime e di risarcire le famiglie.
La percentuale di morti non chiarite ruoterebbe intorno al 70%, con un numero di vittime tra il 2010 e il 2019 tra i lavoratori migranti altissimo: 15.021. Conferme arrivano anche dai Paesi dell'Asia meridionale: in Bangladesh i dati ufficiali dicono che il 71% dei cittadini morti in Qatar sono attribuiti a cause naturali. Il rischio più grande per i lavoratori è il caldo estremo, con un alto tasso di umidità. Amnesty chiede di proteggere i lavoratori dalle condizioni climatiche estreme e di aprire al risarcimento delle vittime. Il tutto a poco più di un anno di distanza dall'inizio dei mondiali di calcio, con gli occhi del mondo puntati sul Qatar e sulle terribili condizioni in cui spesso si trovano lavoratori.