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In Alaska ci sono 19,4°, temperatura record di dicembre: colpa del cambiamento climatico

Nella comunità insulare di Kodiak, in Alaska, tre giorni fa la temperatura ha toccato i 19,4 gradi centigradi: si tratta del valore più alto mai registrato nel mese di dicembre.
A cura di Davide Falcioni
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Nella comunità insulare di Kodiak, in Alaska, la temperatura domenica ha toccato i 19,4 gradi centigradi: si tratta del valore più alto mai registrato nel mese di dicembre, un dato che lo scienziato Rick Thoman – dell'Alaska Center for Climate Assessment and Policy – ha definito senza mezzi termini "assurdo": in questo periodo dell'anno infatti le condizioni climatiche più esteso degli USA sono ben diverse, con temperature sensibilmente sotto lo zero e abbondanti nevicate. La temperatura record di tre giorni fa è stata raggiunta nel bel mezzo di un'ondata di caldo decisamente strana per il mese di dicembre.

Il villaggio di Kivalina alle prese con l'innalzamento del livello del mare
Il villaggio di Kivalina alle prese con l'innalzamento del livello del mare

All'aeroporto di Kodiak sono stati superati di frequente i 16 gradi mentre nella penisola di Cold Bay da almeno otto giorni la temperatura supera abbondantemente i dieci gradi. Il caldo della regione ha provocato anche una serie di eventi estremi: l'area di Fairbanks ad esempio è stata colpita dalla sua più violenta tempesta di metà inverno dal 1937. Normalmente, quello di dicembre è un mese molto secco in Alaska perché l'aria, solitamente gelida, non riesce a trattenere molta umidità.

Periodi di clima caldo e umido in pieno inverno sono diventati più frequenti in Alaska negli ultimi vent'anni e no, non si tratta di una buona notizia. Sempre secondo Rick Thoman infatti è una conseguenza del cambiamento climatico. "Quello che sta avvenendo è esattamente ciò che ci aspettiamo in un mondo in via di riscaldamento", ha dichiarato. Alle temperature eccessivamente elevate sono seguite intensissime precipitazioni che si sono rivelate molto insidiose soprattutto per gli animali al pascolo. La pioggia, infatti, è congelata di notte ed ha coperto le fonti di cibo di caribù e buoi muschiati, costretti a lottare contro il ghiaccio per brucare erba. Fenomeni estremi di questo tipo, secondo uno studio pubblicato il mese scorso sulla rivista Nature Communications, aumenteranno nei prossimi decessi e tra il 2060 e il 2070 le piogge in Alaska saranno molto più frequenti delle nevicate.

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