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Il Parlamento israeliano approva in prima lettura la pena di morte per i terroristi

La Commissione per la Sicurezza Nazionale della Knesset ha approvato in prima lettura un disegno di legge che introduce la pena di morte per i terroristi. La proposta, sostenuta dall’ultranazionalista Otzma Yehudit, ha suscitato critiche per la mancanza di dibattito e per i potenziali effetti negativi sulle trattative per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas.
A cura di Francesca Moriero
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La Commissione per la Sicurezza Nazionale della Knesset, cioè il Parlamento israeliano, ha approvato in prima lettura un disegno di legge che introduce la pena di morte per i "terroristi". Lo riferisce Ynet. La proposta, presentata dalla deputata ultranazionalista Limor Son Har-Melech del partito Otzma Yehudit, è passata con quattro voti favorevoli e un solo voto contrario, quello di Gilad Kariv, parlamentare dei Democratici, che è stato espulso dall'aula dopo un acceso intervento. La pena di morte in Israele è stata applicata una sola volta nella storia moderna: nel lontano 1962, quando Adolf Eichmann, uno dei principali responsabili dell'Olocausto, fu condannato e giustiziato per crimini contro l'umanità. Da allora, la pena capitale è stata sostanzialmente sospesa, ad eccezione di casi eccezionali legati alla sicurezza nazionale.

Il consulente legale della commissione, Iddo Ben Yitzhak, ha sollevato dubbi sulla validità del voto, sostenendo che la votazione durante la pausa parlamentare è "non valida". Ha poi criticato la mancanza di un confronto con le agenzie di sicurezza e di un dibattito approfondito sui contenuti della legge.

Nel corso del dibattito, anche il coordinatore del governo per la questione degli ostaggi, Gal Hirsch, ha espresso preoccupazioni sull'impatto che la legge potrebbe avere sulle trattative per il rilascio degli israeliani detenuti da Hamas, mettendo in guardia sui rischi che questa decisione possa compromettere tali sforzi: "Sono in completo disaccordo con Gvir", ha detto secondo i media locali rivolto direttamente al responsabile, e chiedendo una riunione di governo. "A Gaza ci sono 48 ostaggi, 20 ancora vivi e due in condizioni critiche", ha aggiunto.

Lishai Miran, moglie di Omri Miran, uno degli israeliani ancora tenuti in ostaggio, in un post pubblicato su X, ha infatti subito attaccato duramente il ministro Itamar Ben-Gvir, accusandolo di usare la questione degli ostaggi per fini mediatici."Chi è tornato dalla prigionia – ha scritto – ci ha spiegato chiaramente che ogni uscita pubblica sulla pena di morte per i terroristi peggiora le condizioni dei rapiti e aumenta le violenze contro di loro. E questo, Ben-Gvir lo sa bene. Come lo sanno Netanyahu e Gal Hirsch". Secondo Miran, la mossa del ministro è stata dettata solo dalla volontà di apparire in televisione. "In un Paese normale – ha concluso – un primo ministro avrebbe già rimosso Ben-Gvir dal suo incarico".

Il disegno di legge passerà ora all'esame dell'aula della Knesset per la prima lettura ufficiale.

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