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Guerra in Ucraina

Il missile russo Yars spaventa il mondo: ha testate nucleari e può colpire a 10mila km di distanza

I temibili missili RS-24 Yars sono stati testati delle forze armate russe nelle esercitazioni delle ultime ore a Ivanovo, a nord-est di Mosca.
A cura di Giacomo Andreoli
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Potenti missili balistici equipaggiati con testate termonucleari e in grado di colpire fino a 10mila chilometri di distanza. Sono i missili RS-24 Yars, testati delle forze armate russe nelle esercitazioni delle ultime ore a Ivanovo, a nord-est di Mosca. Un'arma con queste caratteristiche spaventa il mondo, catalizzando l'attenzione delle principali capitali occidentali.

Il nome è acronimo della frase "Ya dernaya Raketa Sderzhivaniya", che vuol dire "razzo di deterrenza nucleare". Il missile è stato sviluppato dal Mitt (Moscow Institute of Thermal Technology) ed è stato testato per la prima volta nel 2007. Dal 2010 viene quindi utilizzato per sostituire gli oramai obsoleti R-36 e UR-100N e viene armato con minimo quattro testate indipendenti. Ad oggi ci sarebbero almeno 140 missili del genere in Russia, con l'ultima versione introdotta nel 2018, Yars-S, che sarebbe più precisa e letale.

Il missile è lungo 22,5 metri, ha un diametro di 2 metri e il peso è stimato in 49 mila chilogrammi. Può essere lanciato da veicoli su ruote oppure da silos e sarebbe in grado di fare diverse manovre in volo, dispiegando in aria delle "esche". Si tratta di una caratteristica che dà agli Yars la capacità di mettere in seria difficoltà i sistemi di difesa missilistica, forse anche lo scudo missilistico degli Usa. Dunque un loro utilizzo potrebbe provocare danni davvero ingenti, se non letteralmente catastrofici e tiene in allarme la Casa Bianca.

L'arma, d'altronde, è stata mostrata alla grande parata militare delle forze armate russe dello scorso 9 maggio, giorno di ricorrenza della vittoria russa sulla Germania nazista nel 1945. In quell'occasione Vladimir Putin ha voluto far vedere al mondo interno le potenzialità dell'apparato bellico di Mosca. Un apparato apparso debole in questi mesi di guerra in Ucraina, ma che invece il presidente vuole invece mostrare più temibile che mai. Per rafforzarsi agli occhi dei rivali occidentali, ma anche in Patria.

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